Lo spettacolo della Ribera Compatta, come molti altri territori vocati al vino, ma ricca e generosa: La Ribera del Duero si estende lungo 115 chilometri da est a ovest, lungo le sponde del fiume Duero, nella regione della Castiglia e León, poco a nord della capitale Madrid. Una campagna aperta, ancora poco contaminata e sviluppata, disseminata fra appena quattro province, quelle di Burgos, Villadolid, Soria e Segovia dove hanno sede le circa 300 bodegas (cantine) della DO spagnola (corrispondente all’italiana DOC); di proprietà famigliare nella maggior parte dei casi, queste aziende hanno via via trasformato i loro possedimenti da terreni agricoli dedicati alla barbabietola da zucchero o alla coltivazione di cereali, in vigneti di piccole o medie dimensioni, prevalentemente coltivati a Tempranillo, il vino autoctono alla base della denominazione regionale. Un paesaggio fatto di piante basse, allevate con sistema a pergola doppia, capaci di sfruttare le brezze che attraversano la valle del Duero e soprattutto di dare origine a frutti molto diversi tra loro in base al terreno di provenienza. La Ribera si caratterizza infatti per una molteplicità di substrati che dall’argilla virano al calcareo, dando origine a vini di grande qualità: un grande altipiano, in parte coperto da sedimenti del Terziario costituiti da sabbie più o meno lenticolari, strati limosi o argillosi, alternati a strati di calcare e marne e anche concrezioni calcaree. Con i suoi scarsi quaranta anni di vita (la DO della Ribera è stata approvata nel 1982) e nonostante una cultura molto agricola, quest’area della Spagna ha saputo portare nel mondo un’immagine dei prodotti locali di altissimo livello, investendo, passo dopo passo, nella ricerca e nello sviluppo di nuovi impianti e tipologie di prodotto. Il governo delle bodegas, fermamente nelle mani di famiglie locali, ha guardato lontano, alle possibilità di un vitigno di dare prodotti eccellenti, capaci di competere con i più rinomati vini rossi francesi e italiani. Il pubblico di riferimento è prevalentemente locale (Spagna), ma tocca anche alcuni stati europei (Germania in particolare) e soprattutto il Sud America, con il Messico in testa fra le esportazioni. Addentrarsi in Ribera significa “spesso” fare un tuffo nel passato, in zone dove la tecnologia sembra aver coinvolto solo il processo produttivo in cantina e quasi per nulla il territorio nel suo complesso; la tendenza è quella di salvare e conservare le strutture ereditate, trasformandole in spazi dove lavorare l’uva, ma anche tracciarne la sua storia, i suoi cambiamenti, la sua evoluzione, il suo futuro. Una tapas a Madrid Oggi si identificano con olive, polpette, bacalao, boquerones (acciughe), chopitos (piccoli calamaretti fritti), crocchette e patatas bravas (patate fritte accompagnate da una salsa piccante a base di pimenton), ma le tapas originarie avevano un significato molto diverso. L’origine della parola, infatti, deriva dall’usanza di coprire i bicchieri di vino con del pane per non far entrare, nella calde giornate spagnole, insetti o moscerini: da qui, il tocco di pane è diventato qualcosa di squisitamente stuzzicante al punto da lasciare i confini spagnoli per conquistare l’ora dell’aperitivo in molti altri paesi. Certo gustare una tapas con un calice di fresco vino rosé in una delle tante taverne di Madrid ha un sapore che non ha prezzo, soprattutto perché dalla capitale spagnola, viva, divertente e giovane inizia la scoperta di quei cibi e vini che, a pochi chilometri più a nord, sono i protagonisti di una grande DO, quella della Ribera del Duero. Il vitigno principe della regione La DO Ribera del Duero nasce nel 1982 e prende il nome dal fiume Duero, che attraversa la zona di produzione; il fiume fu per secoli il confine tra le terre cristiane e quelle musulmane. Nella Ribera del Duero si coltivano numerosi vitigni: si contano circa ventisette tipologie di uve diverse; il vitigno più celebre è il Tinto del País (sinonimo di Tempranillo), che si estende su una superficie di oltre 21.000 ettari e una produzione media annua di 50 milioni di litri. Il disciplinare prevede l’utilizzo dei seguenti vitigni: il Tempranillo, localmente chiamato Tinto Fino o Tinto del País, Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec, Garnacha Tinta (in Italia Cannonau) e il bianco Albillo. Nella regione esistono tuttavia anche altri vitigni a bacca nera: il Garnacha, il Tinto o Alicante-Bouschet e il Tinto de Toro. Mentre fra i vitigni a bacca bianca vanno ricordati l’Albillo, il Doña Blanca, il Godello, la Malvasia, il Palomino, il Moscato, il Verdejo e il Viura. La notorietà di quest’area, il cui Consiglio direttivo si trova a Roa, è stata per lungo tempo limitata all’ambito nazionale, ma dagli anni Cinquanta in poi c’è stata una vera scoperta della zona da parte dei mercati esteri: merito della grande complessità aromatica e del potenziale di invecchiamento dei vini rossi che emergono per eleganza e corpo, nelle diverse tipologie. Prevede una permanenza in barrique di un tempo inferiore ai 12 mesi. Ne derivano vini semplici dagli invitanti sentori fruttati. Permanenza di 24 mesi in barrique. Vini dove al fruttato si uniscono note terrose con richiami di vaniglia e note speziate. La DO si suddivide in quattro varietà: Cosecha Crianza Reserva Permanenza di 36 mesi in barrique. Vini con una struttura più generosa e maggiore complessità. Gran Reserva Permanenza di almeno 60 mesi in barrique. Si tratta di vini di grande struttura ed eleganza, complessi e longevi, ma che rappresentano una ridottissima percentuale di tutto il vino prodotto nella Ribera del Duero e solo in annate eccezionali. Il Tempranillo è un vino intenso e pieno, alle volte robusto, con molti tannini e un’acidità concentrata, frutto del clima determinato dall’altitudine della regione, situata tra i 700 e gli 850 m sul livello del mare. La crescita delle uve avviene in un periodo relativamente breve, date le frequenti gelate invernali e le torride estati con temperature intorno ai 40°: queste, durante la notte, arrivano a scendere fino a 12° con favorevoli escursioni termiche. L’analisi microscopica dei resti trovati in alcune ceramiche rinvenute in Pintia, insediamento appartenuto ai Vaccei nel 200 a.C., ha indicato che, già nel IV secolo a.C., questi contenitori venivano utilizzati per il servizio e il consumo di vino. Come spesso accade è conl’avvento dei romani che cresce e si intensifica la produzione dei vini: non è una caso il fatto che sia stato rinvenuto durante la vendemmia 1972 un mosaico romano di 66 metri quadrati, considerato il pezzo più grande e meglio conservato tra le allegorie dei baccanali della penisola iberica. Saranno poi gli ordini monastici sparsi su tutto il territorio che, a partire dal X secolo, diffonderanno la cultura del vino. Attualmente la resa massima per ettaro consentita è di 70 quintali di uva o 49 ettolitri di vino con un vantaggio geo-climatico non indifferente: buona ventilazione, escursioni termiche importanti e precipitazioni limitate, determinano una naturale rarità di malattia sulla vite. 32 Il museo del vino di Penafiel Voluto e realizzato nel 1999 dal comune di Valladolid, il Museo del vino ha trovato fin da subito ospitalità all’interno del maestoso Castello di Penafiel, già Monumento Nazionale nel 1917, nel cuore della Ribera del Duero. L’intento del Museo è quello di raccontare la ricchezza enologica delle regione che vanta il maggior numero di denominazioni di origine di tutta la Spagna: contribuisce pertanto a rendere più completa la visita di coloro che in Ribera vogliono andare alla scoperta di vini e tradizioni agricole, oltre che di paesaggi e cucina tradizionale. Il percorso del Museo spazia nei secoli e nelle diverse province, offrendo spunti di assaggio aromatico e sensoriale a esperti e neofiti. Dalle mura del Castello, visitabile tutto l’anno, è possibile godere di una splendida vista sui vigneti e sulle colline che rendono caratteristica la zona, oltre che sulle principali aziende che hanno sede nelle vicinanze. Le province della Ribera I centri di produzione della DO sono quattro a cui fanno capo molti comuni e borghi. Provincia di Segovia Villaverde de Montejio, Montejo de la Vega de la Serrezuela Provincia di Valladolid Penafiel, Valbuena de Duero e Pesquera de Duero Provincia di Burgos Aranda del Duero, Roa, Pedrosa de Duero, Sotillo de la Ribera, La Horra, Anguix, Gumiel de Izàn, Gumile de Mercado, Milagros, Olmedillo de Roa, Villatuelda, Terradillos de Esgueva Provincia di Soria Sant Esteban de Gormaz