La provincia di Segovia Di antichissime origini, Segovia, capitale dell’omonima provincia, sorge, come molte altre città della Castglia e León all’incrocio di due fiumi, Eresma e Clamores. Dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1985, la città fu per lungo tempo un importante centro della Spagna romana, a partire dall’80 a.C.; ne è testimonianza l’Acquedotto in granito fatto costruire dall’imperatore Traiano per portare acqua alla città e che ancora oggi che domina l’ingresso al borgo con le sue imponenti arcate. Distrutta ‘fisicamente’ dal passaggio dei musulmani e moralmente a seguito delle guerre contro Carlo V, Segovia è una città che ha saputo rinascere tornare ad essere un centro culturale e moderno: le sue vie e le sue piazze sono animate da botteghe, mercati, una gran moltitudine di giovani, feste, balli e attività della tradizione spagnola durante tutto l’anno. Il risultato è una meta turistica fuori dai soliti schemi, dove la storia s’incontra con il contemporaneo regalando emozioni e gusti incredibili: a cominciare da quelli messi in tavola nelle molte trattorie locali, luoghi dove i sapori di una volta hanno saputo adattarsi alle esigenze e abitudini moderne. Bodega Severino Sanz Se si volesse descrivere in una frase Felix Sanz, nipote del fondatore della Bodega, lo si potrebbe chiamare ‘l’uomo delle presse’ (o dei torchi): nella sua collezione, raccolta all’interno della tenuta in Montejo de la Vega de la Serrezuela (e in qualche casa del borgo), spicca il primo torchio per uva conosciuto al mondo, risalente al 1890. La mostra con orgoglio, proprio come fa della sua trentina scarsa di ettari e delle sale di produzione, “dove tutto avviene per caduta, senza sforzo o eccessivo stress per i grappoli”, ci tiene a ribadire. La produzione di Severino Sanz è molto contenuta, seppur conosciuta in buona parte dell’Europa: il suo punto di forza è la capacità di innovare all’interno dei vitigni tipici, sperimentando in prima persona prodotti alternativi al classico Tempranillo. Come l’Albillo, un vitigno coltivato in ridotti quantitativi che sa dar vita a un vino di corpo, interessante e perfetto per completare la gamma dei vini del disciplinare. Ci vuole l’ostinazione di un viticultore fedele alla sua terra per produrre 10 differenti etichette in limitate quantità: proprio come quella degli uomini che un tempo pigiavano l’uva pressandola poco alla volta, per non rovinarla, per estrarre solo il meglio di un già grande prodotto.