Il marketing culturale è il nuovo lusso
Nei capitoli precedenti abbiamo accennato a come l’ospitalità non possa prescindere da servizi che sono personalizzati sul cliente e come il #marketingculturale sia una delle chiavi vincenti. L’Italia è un Paese ricchissimo di cultura, il primo al mondo con 58 siti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità, davanti alla Cina con 56 e alla Germania con 50. Inoltre, si tratta di un Paese giovane, nato circa 160 anni fa, con tradizioni locali e culture spesso molto forti e campanilistiche allo stesso tempo. Questa ricchezza porta necessariamente con sé una rilevante complessità e conseguente difficoltà nell’adattarsi a culture diverse per far sentire il cliente “a casa sua”.
Nel 2003 l’UNESCO ha promosso nella sua sessione plenaria di Parigi la realizzazione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale1 e in quell’occasione stabilì che si considerano Patrimonio dell’Umanità anche beni culturali immateriali. L’Italia ha ratificato nel 2007 questa iniziativa con una legge ad hoc e ha identificato da allora 15 elementi che potrebbero diventare 162.
Per la nostra trattazione sono di particolare rilievo 5+1 elementi:
- La dieta mediterranea: il regime alimentare a base di cereali, legumi, frutta e verdura, su cui si basano tutte le cucine regionali. Non solo quindi una dieta specifica, ma un insieme di tradizioni culturali e pratiche alimentari che promuovono l’uso sostenibile delle risorse naturali e la condivisione di saperi e saper fare.
- L’arte dei pizzaiuoli napoletani: la serie di gesti, ingredienti e cotture per sfornare una vera pizza napoletana come vuole la tradizione. La tradizione e la maestria di preparare la vera pizza napoletana è stata riconosciuta come parte integrante della cultura culinaria italiana e ora mondiale.
- La vite ad alberello di Pantelleria: il metodo tradizionale di coltivazione della vite, in un territorio dalle condizioni climatiche estreme. La pratica coinvolge la coltivazione di viti in un modo unico, dove le piante sono addestrate a crescere come alberi bassi, attorcigliandosi intorno a pali di pietra (chiamati “panteschi”) per proteggerle dai venti e conservare l’umidità del suolo. Questo metodo di coltivazione si è sviluppato per far fronte alle condizioni difficili dell’isola, caratterizzate da terreni vulcanici aridi e venti forti.
- La vite ad alberello di Pantelleria non è solo un metodo di coltivazione, ma è anche parte integrante della cultura e dell’economia dell’isola. La tradizione viene tramandata di generazione in generazione, conosciuta e praticata dalle comunità locali che lavorano nelle vigne.
- La cerca e cavatura del tartufo: la serie di conoscenze e pratiche per l’individuazione ed estrazione del tartufo, con particolare attenzione al Piemonte e Alba col tartufo bianco più celebre al mondo.
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La cucina italiana: al momento candidata e non parte integrante dell’elenco ufficiale, tratta della cucina italiana tra sostenibilità e
diversità bio-culturale, descritta come la summa di antichi saperi, pratiche artigiane secolari, espressioni di una profonda cultura made in
Italy.
Si vede quindi come circa il 40% degli elementi (37,5% se consideriamo i 6 sopra che diventa 44% se consideriamo anche la transumanza in quanto processo atto all’allevamento degli animali per scopi alimentari) è legato all’agroalimentare e come, quindi, la cultura italiana sia ancora più forte e preponderante quando si approccia questo elemento.
1. https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_per_la_salvaguardia_del_patrimonio_culturale_ immateriale
2. A luglio 2023 le 15 Eccellenze Italiane patrimonio immateriale dell’Unesco sono:
- L’Opera dei Pupi Siciliani
- Il canto a tenore sardo
- Il saper fare del liutario di Cremona
- La dieta mediterranea
- La festa delle Grandi Macchine a Spalla
- La vite ad alberello di Pantelleria
- La falconeria Z L’arte del “pizzaiuolo” napoletano
- L’arte dei muretti a secco
- La Perdonanza Celestiniana
- L’Alpinismo
- La transumanza
- L’arte delle perle di vetro
- L’arte musicale dei suonatori di corno da caccia
- Cerca e cavatura del tartufo
Questi potrebbero ben presto diventare 16 grazie alla candidatura della cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale.