“Che vino desidera? Bianco, rosso o rosato?” All’estero una domanda del genere appare quasi scontata in ristoranti, enoteche e wine bar. In Italia no. Nella scelta di un vino, spesso, ci fermiamo alle prime due tipologie. Peccato. Peccato perché il vino rosa, considerato da molti il figlio di un Dio minore, sfoggia valore e identità al pari di un rosso o di un bianco di qualità. Rosa, rosé, rosato per declinazioni pressoché infinite. Come tali sono le possibilità di abbinare questa tipologia di vino alle pietanze del mondo: ogni cucina – sia essa mediterranea, asiatica, africana, sudamericana... trova (e troverà) sempre un felice connubio con il vino rosa. Sapori e strutture di piatti che si esaltano con il giusto rosato. Impareggiabile, infatti, è la sua versatilità negli abbinamenti. C’è rosa e rosa, dal più tenue al più deciso, dal più giovane al più evoluto: mi viene in mente il Five Roses di Leone De Castris, forse l’unico vino rosato italiano in grado di evolvere alla grande per decenni, lo cita anche Andrea Gori in questo Manuale di conversazione sui grandi vini rosa. Innanzitutto sono personalmente grata ad Andrea per aver dedicato un libro al vino rosa. Un testo discorsivo, puntuale, appassionante che sgorga con tutta la piacevolezza di un rosato Doc.