«Il Lugana o la Lugana?» Riflette ad alta voce Agostino.
Ambrogio fermandosi a osservare vigneti lussureggianti risponde: «Entrambe!».
Sia la forma maschile, sia quella femminile identificano il vino di questo splendido territorio che si estende tra Desenzano, Pozzolengo e Peschiera del Garda, fino a lambire Lonato e la magnifica Sirmione.
Posto nella parte meridionale dell’anfiteatro del Garda, il territorio viticolo della Lugana si colloca all’interno delle cerchie moreniche di fronte al lago, formatesi nella fase finale dell’ultima glaciazione per effetto dei depositi fluvio-glaciali più fini e per quelli fangosi di fondo di natura palustre. Questa unione ha dato origine a suoli argillosi e limosi, ricchi di calcare attivo, che conferiscono al vino di Lugana particolari caratteristiche aromatiche e consentendogli anche di invecchiare a lungo. Argille che nel tratto collinare diventano sabbiose regalando ai vini corpo, struttura, acidità e buona sapidità, senza tralasciare le note di mandorle e agrumi. Questa zona, non a caso, veniva chiamata dai Latini “Lucanus”, ad indicare le numerose aree lacustri e paludose.
«Un tempo tutta foresta acquitrinosa, popolata da daini, cinghiali e cervi. Una terra difficile, spesso fradicia d’acqua, a tratti ricchissima di argilla grassa e nera, sommersa da fanghiglia quando piove e invasa da blocchi compatti difficili da lavorare quando l’acqua si fa desiderare». Continua Ambrogio.