capitolo 7
RIVESTIMENTI E LOCALI DI CANTINA
Mentre il legno ed il vetro rappresentano materiali che, per proprie caratteristiche, ben si prestano al contenimento del vino, altri elementi, quali ferro (molto valido per una serie di motivi meccanici ed economici), ghisa, rame, alluminio, cemento, ottone e bronzo sono soggetti ad abbondanti cessioni, solitamente dannose solo alla stabilità del vino, comunque tali da rendere necessarie adeguate protezioni.
I rivestimenti utilizzati nel settore enologico per contenitori, tubazioni ed accessori (escludendo paraffina, flintkote, piastrelle di vetro e di gres, lastre di PVC, impiegati quasi solo sulle vasche di cemento al cui capitolo si rimanda), sono i seguenti:
- smaltatura vetrificante
- resine poliuretaniche
- resine formofenoliche
- resine epossidiche.
Smaltatura vetrificante
La smaltatura (detta anche ceramizzazione e, talvolta, quarzificazione) è stato uno dei primi rivestimenti utilizzati per contenitori destinati agli alimenti e ancora oggi trova buona diffusione per la protezione di stoviglie, elettrodomestici e nei settori chimico ed artistico. Nell’industria enologica gli impieghi sono ormai rari (A).
Resine poliuretaniche
Sono state sperimentate in campo enologico già nel 1960 ma, pur presentando qualche vantaggio rispetto alle epossidiche, non hanno avuto diffusione per i costi elevati. Trovano invece impiego nella coibentazione (forme espanse) di serbatoi e tubazioni e per i pavimenti. In quest’ultimo caso, le formulazioni adatte presentano il vantaggio di un’ottima durata, anche per la migliore resistenza ai raggi ultravioletti ed al vapore.