capitolo 10

TAPPI DI SUGHERO

Rapporto sughero-vino

Luigi Dagna, Dora Marchi, Donato Lanati

Un detto comune della tradizione enoica enuncia che “il tappo fà il vino e il vino fà il tappo”, riassumendo in poche parole quella che è la vasta materia dei fenomeni evolutivi che interessano lo stretto rapporto intercorrente tra il sughero e il vino durante i lunghi tempi di affinamento in bottiglia (A).

Tra i fenomeni macroscopici che si possono osservare stappando una bottiglia di vecchia annata, conservata in posizione orizzontale alla costante temperatura di una buona cantina, si nota che il sughero risulta impregnato per una buona quota della sua superficie dal vino stesso. Ciò rappresenta una normale evoluzione già a partire da pochi mesi di conservazione, in funzione della qualità del tappo (il fenomeno è più accentuato nel sughero naturale rispetto al tappo tecnico). Esso è legato al flusso libero del liquido nell’interfaccia vetro-sughero in grado di impregnare solo un limitata area esterna del tappo corrispondente a pochi millimetri alla base dello stesso, a contatto con il liquido. Successivamente sarebbero i fenomeni di microcapillarità, evaporazione e condensazione, ancora oggi non chiariti in modo esauriente, a richiamare il liquido nel corpo del tappo, portandolo alla risalita verso l’esterno con possibili affioramenti difficilmente prevedibili.

Qualunque sia la modalità di conservazione (verticale o orizzontale) la durata del tappo si aggira intorno ai 10-15 anni, dopodiché andrebbe sostituito.