capitolo 12
ABBIGLIAMENTO DELLE BOTTIGLIE
Produzione delle etichette
La carta si ottiene sminuzzando le fibre di legno in minuzzoli (chips) e scaglie (3-4 cm di larghezza e lunghezza e 3-6 mm di spessore) dalle quali, per azione solitamente meccanica (a volte chimica o entrambe), si ottengono le paste di legno. Con la spappolatura (passaggio in giranti rotanti simili a frullatori) si ottiene una sospensione di fibre in acqua dalla quale si possono asportare le sostanze estranee. Le fibre si presentano come tubicini con sfilacciamenti che ne facilitano il legame. In tale sede vengono effettuate le aggiunte necessarie al tipo di carta che si vuole ottenere (A, B).
Il foglio assume la consueta conformazione in seguito a passaggio ripetuto dell’impasto entro cilindri che favoriscono la perdita d’acqua (40-50%). Con un successivo passaggio in essiccatoi si arriva ad un peso secco di appena il 5% di quello iniziale. I fogli, raccolti in bobine, vengono reggettati, pesati e sbiancati con cloro attivo.
La carta più utilizzata è del tipo kote, caratterizzata da una superficie molto lucida sulla quale vengono impresse le scritte e da un retro ruvido per consentire l’assorbimento della colla. La grammatura più adatta va da 80 a 90 grammi. Per le etichette autoadesive si utilizza una carta speciale, collata con prodotti a base acrilica. Le etichette, fabbricate in fogli, vengono tagliate con le comuni taglierine per le forme quadrate o rettangolari, mentre le altre forme vengono separate mediante fustellatura (C).