capitolo 2

BOTTI DI LEGNO

Taglio delle doghe

Giacomo Citron, Albino Morando

Doghe segate

L’impiego della sega avviene quasi esclusivamente per ricavare doghe destinate a recipienti medi e grandi (oltre 5-10 hL, con spessori superiori a 40 mm). Con tale modalità si riducono gli scarti stante la maggiore precisione delle operazioni (A). Il non rispetto della struttura del legno è compensato da un maggiore spessore della tavola finale. Ovviamente si possono usare doghe tagliate a sega anche per piccoli recipienti (2-4 hL), ma lo spessore, per i motivi sopra citati, non deve essere inferiore a 35-40 mm. Fa eccezione la quercia bianca americana che, avendo molte tille che occludono i vasi, può fornire doghe segate sottili.

Lavorando a “tavolame” o “taglio tangenziale” si effettuano semplici tagli orizzontali dello spezzone, con costi e scarti ridotti al minimo. Le doghe ottenute, in funzione dell’andamento dei raggi midollari, saranno di tre tipologie differenti: fiamma, semi-rigatino (detto anche semi-specchiato) e rigatino o specchiato (B). La prima verrà destinata solo ad altri impieghi (mobili, pavimenti, rivestimenti, ecc.), la seconda può essere utilizzata per le botti. La migliore, sia da un punto di vista estetico che funzionale, è l’ultima, preferita di solito per i fondi.