capitolo 3

VASCHE DI MURATURA E CEMENTO ARMATO

Costruzione e utilizzo

Albino Morando, Stefano Gozzelino

Nonostante l’utilizzo della muratura intonacata sia molto antico (palmenti siciliani), la sua diffusione è stata limitata prima dai contenitori in terracotta (epoca romana) e poi, fino verso la fine del XIX secolo, dalla botte di legno. L’avvento del cemento armato, caratterizzato da evidenti vantaggi costruttivi e di resistenza (A, B), ha consentito alle vasche di cemento di spodestare gradualmente il legno fino a rappresentare, negli anni 1950-1965, in alcuni casi anche il 100% dei serbatoi in cantina (soprattutto cantine sociali). Attualmente rappresentano ancora una frazione non indifferente della capacità totale (circa un quarto), ma il loro coefficiente di utilizzo è basso per la progressiva introduzione prima del PRFV e poi dell’acciaio. Il fatto che molte cantine conservino queste vasche, pur in disuso, è legato alle notevoli difficoltà di abbattimento delle stesse o, addirittura, all’impossibilità di eliminarle perché parte integrante e portante della struttura muraria.

Nonostante la perdita netta nei confronti degli altri materiali, ancora oggi vengono costruite vasche di cemento (C, D), addirittura con un leggero incremento rispetto a qualche anno fa, nelle tre tipologie possibili: vasche di muratura (ormai una rarità), vasche di cemento costruite sul posto (solo per esigenze particolari) e, soprattutto, vasche prefabbricate.