capitolo 4 SERBATOI DI PRFV Caratteristiche tecniche e tipologie di serbatoi di PRFV Albino Morando post curing, vapore, rivestimenti, pigmentazione, fessure KEYWORDS Serbatoi da stoccaggio Per le capacità piccole o medie è assolutamente preferibile la sistemazione su gambe che facilita gli spostamenti. Superando i 200 hL tale appoggio richiede un notevole rinforzo del fondo, rendendo più conveniente l’appoggio su basamenti di cemento appositamente predisposti, con leggera bombatura o inclinazione del fondo ed un incavo per il tubo di scarico totale. La ridotta del PRFV può essere un vantaggio per attenuare i fenomeni convettivi che si creano solitamente nei recipienti metallici all’aperto, causa le variazioni di temperatura di un sottile strato periferico del vino. L’esperienza ha comunque dimostrato l’utilità della copertura anche per questi contenitori che, in tempi lunghi, possono venire attaccati in superficie dagli agenti atmosferici. Una buona protezione viene offerta dalle verniciature esterne ( ). conducibilità termica gel coat Il PRFV resiste bene alla salsedine e trova un buon impiego nelle zone litoranee, dove sono invece in difficoltà i contenitori metallici . (A) Il limite dimensionale dei serbatoi è dato dalle misure massime trasportabili (4 m di diametro e 16 m di altezza cui corrisponde una capacità di 2.000 hL). In qualche caso si è superato questo limite costruendo serbatoi sul posto. parametro legato alle materie prime impiegate, ma anche alla lavorazione che, se effettuata con cura, limita al minimo il passaggio dell’ossigeno all’interno del contenitore. la traslucidità di questo materiale è, per alcuni aspetti, un vantaggio, facilitando l’immediata visualizzazione del livello, leggibile sull’apposita scala graduata. La frazione di luce in grado di attraversare questo setto trasparente risulta all’incirca del 10%, limitata alle lunghezze d’onda comprese tra 400 e 700 nm (Silva et al., 1983). Per i vini bianchi o rossi delicati è opportuna una pigmentazione, ad eccezione dei serbatoi adibiti allo stoccaggio in ambienti bui quali cantine interrate. il PRFV è un cattivo conduttore (0,22 kcal/m/h contro 13,98 kcal/m/h dell’acciaio inossidabile). La differenza si accentua se si tiene conto che lo spessore della parete di un serbatoio di PRFV è 2-3 volte maggiore di quella di acciaio inox. Questa caratteristica, negativa nel caso di fermentazioni in ambienti caldi, diventa utile in condizioni opposte, quando è importante mantenere il calore prodotto dalla fermentazione, per evitare l’eccessivo rallentamento o l’arresto del processo fermentativo. La ridotta conducibilità termica è invece sempre positiva per la realizzazione di serbatoi isotermici. tale aspetto era già stato preso in considerazione nelle fasi iniziali della produzione dei PRFV eseguendo prove di simulazione dell’invecchiamento, dalle quali era emerso che, a distanza di 60-80 anni, l’invecchiamento del materiale risultava calcolabile nell’ordine del 20-30%. Oggi si dispone di casistiche reali che confermano la buona tenuta nel tempo di questi materiali compositi. non sussistono difficoltà ad eseguire riparazioni a seguito di rotture accidentali o a modifiche nella disposizione delle aperture (valvole, portelle, appoggi). Si opera in cantiere, ma anche sul posto, con stratificazioni manuali di resina e rinforzo vetroso opportunamente rullati per costipare il materiale aggiunto ed eliminare le bolle d’aria. È importante impiegare resine della migliore qualità per ottenere l’inerzia chimica e la necessaria resistenza meccanica. Completata la riparazione è assolutamente indispensabile procedere alla post-polimerizzazione della parte interessata (tramite un erogatore di aria calda posto a distanza ravvicinata) e ad un accurato lavaggio con vapore, rispettando gli stessi tempi e temperature adottati per i contenitori nuovi. la molecola maggiormente imputata per la vetroresina è lo stirene. A metà degli anni ‘70, la forte richiesta di serbatoi di PRFV aveva indotto qualche produttore improvvisato a “risparmiare” sulla qualità delle resine e sulle operazioni di bonifica finali, con il risultato di partite di vino danneggiate da consistenti cessioni di stirene, creando a questo materiale momentanei problemi di immagine. Superate queste situazioni, fortunatamente occasionali, l’interesse delle ditte produttrici e dei ricercatori si orientò allo studio approfondito delle situazioni normali, cioè delle cessioni riscontrabili in contenitori costruiti e conservati secondo criteri di razionalità, impiegando materiali adatti. I risultati (Colagrande e Mazzoleni, 1981; Nicolosi, Asmondo et al., 1986) sembrano confermare cessioni nulle o contenute in limiti più che accettabili (0,05 ppm). Si tenga presente che il limite della percezione organolettica varia, in funzione della sensibilità individuale, da 0,1 a 0,3 ppm, mentre non esiste per ora un limite legale, non essendo ancora stata individuata la massima dose giornaliera ammissibile di stirene. (A) - Caratteristiche fisiche dei PRFV Permeabilità ai gas: Permeabilità alla luce: Conducibilità termica: Durata nel tempo: Riparabilità: Cessione di sostanze indesiderate: Semprepieni Questa geniale ideazione, peraltro precedentemente attuata su vasche di cemento, ha subito incontrato il favore dei cantinieri per la sua praticità dimostrandosi assolutamente attuale anche nelle moderne realizzazioni di acciaio inossidabile. Il semprepieno è comodissimo per prelievi (riempimento di damigiane) o introduzioni (feccia, torchiato, ecc.) scaglionati nel tempo. Le operazioni di carico o scarico parziale richiedono il preventivo sgonfiaggio della di tenuta, che comporta un certo contatto con l’ossigeno, comunque limitato se le operazioni vengono fatte con gradualità e lasciando il cappello galleggiante sul liquido. camera d’aria Durante il normale esercizio, il contenitore deve essere perfettamente chiuso; allo scopo, il indicante la pressione della camera d’aria va tenuto periodicamente sotto controllo. manometro La vastissima diffusione di questo particolare contenitore ha suggerito anche la possibilità di sfruttarlo momentaneamente, nel periodo vendemmiale, come fermentino, adeguando il fondo e la portella di scarico . (B, C) - Il semprepieno è molto utile in cantina soprattutto quando si lavorano tipi diversi di vino. Lo stesso contenitore, purché predisposto con una portella per lo scarico delle vinacce, può essere utilizzato per la fermentazione in rosso perché risultano facilitati il rimontaggio e la follatura. Una delle caratteristiche dei serbatoi di PRFV è la possibilità di osservare dall’esterno il livello del vino (Gimar Tecno) (B, C) Fermentini L’impiego del PRFV per la costruzione dei fermentini risale alla fine degli anni ’70, anche se studi francesi (Brun, 1978) sconsigliavano tale utilizzo, causa il maggior rischio di cessioni di stirene in corrispondenza di temperature superiori a 30 °C. Di fatto però, le ricerche francesi erano talvolta condizionate da contenitori non adeguatamente sottoposti a processi di post-polimerizzazione. Un’indagine condotta in Sicilia (Nicolosi ., 1986) ha escluso il rischio di di stirene anche in condizioni difficili per la fermentazione a causa delle elevate temperature. et al cessioni Negli anni ‘90 sono stati costruiti fermentini in PRFV di dimensioni anche notevoli, dotati di una serie di accessori per automatizzare il processo e, soprattutto, per modificare alcuni aspetti della vinificazione tradizionale, in particolare il numero e la frequenza dei rimontaggi ed il sistema di irrorazione del cappello. Diverse sperimentazioni (Glories, 1987; Boudy, 1988; Morel, 1988; Delsuc, 1988) hanno ulteriormente confermato che i rimontaggi “a cascata”, ottenuti con la caduta libera del mosto da un contenitore superiore di accumulo, possono incrementare l’ , senza solubilizzare troppi tannini. estrazione della sostanza colorante Serbatoi isotermici La limitata conducibilità termica del PRFV e la compatibilità con il poliuretano espanso, considerato in assoluto uno dei migliori coibentanti, hanno consentito la costruzione dei serbatoi isotermici a doppio guscio, praticamente monolitici e senza ponti termici. In questo modo vengono contenute le dispersioni termiche a valori molto bassi (0,25-0,28 °C nelle 24 ore con salto termico di 20 °C) . (D) Serbatoi da trasporto Il basso peso specifico degli stratificati di PRFV ne rende interessante l’impiego nel settore dei trasporti enologici e di qualsiasi altro liquido. Si realizzano cisterne di grandi dimensioni (massimo possibile per gli autotreni) e piccoli contenitori adatti alla commercializzazione per il trasporto del ai clienti. Le forme realizzabili sono diverse. Vengono costruiti anche dei contenitori suddivisi in più parti per aumentare le possibilità di frazionamento del vino trasportato. Anche in questo campo, però, la tendenza è verso un minor impiego dei contenitori di PRFV, a vantaggio dell’acciaio inox. vino sfuso - Il PRFV presenta una bassa conducibilità termica e ben si adatta alla costruzione di serbatoi isotermici con la tecnica del doppio guscio con interposto poliuretano espanso. Sul serbatoio finito e sottoposto a post-polimerizzazione si applicano adeguate prolunghe per gli attacchi delle valvole (in funzione dello spessore della coibentazione), quindi si spruzza, in automatico, il poliuretano addizionato del gas per l’espansione. Raggiunto lo spessore minimo desiderato in ogni punto del contenitore (compresi i fondi), si procede alla tornitura per livellare la superficie. Questa viene poi protetta con la stratificazione di resina poliestere e rinforzi vetrosi (mat) per uno spessore di circa 1,5-3 mm che fornisce il secondo guscio con struttura monolitica (Gimar Tecno) (D)