capitolo 6

PALI DI CEMENTO

Pali precompressi

Albino Morando, Simone Lavezzaro

Pali precompressi

I pali precompressi rappresentano la soluzione tecnica più moderna, che maggiormente si è avvantaggiata dei progressi intervenuti nel settore del cemento armato.
Costruzione. La produzione dei pali precompressi esige tecnologie avanzate, applicabili solo con impianti complessi (A, B), che consentono la riduzione dei costi, grazie alla completa automazione. Il principio si basa sulla preliminare tesatura, ad oltre 500 bar, dei trefoli (costituiti da 2-3 fili di acciaio, aventi sezione di 2,25 mm, intrecciati), presenti in numero variabile da 3 a 12, a seconda della sezione del palo.
Un dispositivo di distribuzione forzata riempie gli stampi di conglomerato cementizio, impastato con poca acqua e appositi coadiuvanti, per abbreviare il tempo di presa, di indurimento e conseguire la massima resistenza meccanica del manufatto. Per questo si impiega il cemento Portland 525, in grado di assicurare una rapida presa ed un’ottima resistenza anche chimica del sostegno.
A temperatura ambiente, in 36 ore circa, il cemento raggiunge l’80% della resistenza finale; in seguito, è possibile estrarre i pali dalle guide, tagliandoli della lunghezza voluta con dischi di acciaio diamantati. Il taglio viene favorito da un’abbondante bagnatura con acqua, che evita anche il surriscaldamento del disco. Volendo accelerare la maturazione, si immette vapore o acqua calda a 90-100 °C nelle tubazioni poste sotto la cassaforma: in questo caso, è possibile estrarre e tagliare i pali dopo appena 6-7 ore dalla gettata (C).
Caratteristiche meccaniche. In questi pali, grazie alla compressione dei fili di acciaio a carico del conglomerato cementizio, aumenta notevolmente la resistenza alle diverse sollecitazioni di flessione, trazione e taglio.
Danneggiamenti irreparabili possono derivare esclusivamente da urti accidentali di notevole intensità causati dalle macchine operatrici, o da sollecitazioni eccezionali, dovute al vento, se i pali presentano sezione ridotta e sono troppo distanti tra loro.
Forme. La forma più comune è quella a sezione quadrata o leggermente trapezoidale, con due spigoli, quelli al fondo dello stampo, arrotondati.
Nell’ultimo decennio alcuni costruttori hanno modificato i loro pali, arrotondando anche gli altri due spigoli, per evitare che i battitori delle vendemmiatrici possano sbriciolarli. Infatti i frammenti di calcestruzzo, oltre ad inquinare il mosto, esercitano una forte azione abrasiva sugli organi di trasporto del pigiato, in particolare sulle pompe con rotore elicoidale di acciaio e statore realizzato con polimeri alimentari, che andrebbe in rapido deterioramento (D, F).
Unica è anche la forma quasi arrotondata, ottenuta con l’estrusione del calcestruzzo su un fondo piano, senza impiegare stampi (E). Una sezione particolare dei pali precompressi è quella triangolare, seppure oggi non più utilizzata (G).
Dimensioni. L’elevata resistenza del cemento precompresso ha permesso una sostanziale riduzione delle dimensioni dei pali fino a sezioni quadrate di appena 5 cm, rendendoli più maneggevoli e meno costosi nei trasporti. Naturalmente si impiegano sezioni più grandi per pali lunghi o di testata e quando sono richieste sollecitazioni maggiori (H), fino ad un massimo di 14 cm per lato (per pali di reti antigrandine da disporre ad altezze elevate, o per il sistema a raggi).
Durata. Il palo precompresso offre un’elevata garanzia di durata, sia per la resistenza agli urti, sia per l’inattaccabilità da parte degli agenti atmosferici, in particolare salsedine (I) e delle sostanze aggressive contenute nei prodotti antiparassitari.
Rifiniture e colorazione. Raramente si effettuano rifiniture esterne o ritocchi del cemento, a causa degli elevati costi che tali interventi comporterebbero e della durata limitata degli stessi. è invece talvolta attuata la colorazione del cemento, allo scopo di avere un manufatto con un migliore impatto estetico sull’ambiente, grazie ad una colorazione bruno-chiara, che evidenzia meno la presenza del palo in particolare nel periodo invernale e primaverile, quando manca la massa vegetativa ricoprente (L).
Trasporti. Il peso, variabile da 20 ad oltre 70 kg per ogni palo, incide notevolmente sul costo del trasporto (M). Si calcola che in fase di carico, trasporto e scarico si possano avere rotture accidentali che interessano al massimo il 2% dei pali; però, in molti casi, si tratta di sostegni già difettosi. Tenuto conto della difficoltà di movimentazione dei pali di cemento è importante, se possibile, farli scaricare direttamente in vigneto, o in prossimità dello stesso.