capitolo 9

FILI PER VIGNETO

Fili di acciaio al carbonio

Albino Morando, Simone Lavezzaro, Stefano Ferro

Anche se sono noti impieghi già nel Medio Evo, i fili si sono diffusi tardi nel vigneto e l’utilizzo è diventato abituale solo nella seconda metà del secolo scorso. In precedenza prevalevano i sostegni verticali o obliqui e, quando servivano collegamenti orizzontali, si impiegavano pertiche sottili o canne legate con salici. Qualche vecchio vigneto, almeno in parte così strutturato, sopravvive ancora (A).
La zincatura del filo era nota fin dall’inizio del 1800, ma i costi ne limitavano l’impiego, per cui spesso si impiegava il filo nero, tentando di ostacolarne il deperimento con trattamenti protettivi a base di olio o vernici. Con i progressi delle trafilerie, si sono ridotte le sezioni dei fili rendendone impossibile la resistenza alla ruggine, per cui è stato indispensabile ricorrere alla zincatura.
Per molto tempo, le trafilerie nazionali, nonostante fossero all’avanguardia nella produzione di fili per reti, si sono interessate poco al vigneto, consentendo alle multinazionali il predominio del mercato.
Negli ultimi decenni si è assistito, almeno in qualche caso, ad una certa inversione di tendenza, secondo cui alcune aziende italiane hanno avviato la produzione di ottimi materiali per la vigna (B).
Nel 1965, sono apparsi i primi fili di plastica, con esperienze iniziali poco incoraggianti per via dell’impiego di polimeri sensibili ai raggi UV, la cui durata era perciò molto limitata. Questo problema, risolto sul finire degli anni '70 del secolo scorso, ha permesso al filo di poliammide di ritagliarsi un suo spazio nel campo dei sostegni per il vigneto, seppure negli ultimi anni il ricorso a questo materiale sia minore. Oggi la durata non rappresenta più un problema in quanto fili di poliammide in opera da oltre trent'anni mantengono inalterata la loro funzionalità.
Nella seconda metà degli anni ’70, fa la sua comparsa il filo di acciaio inossidabile che, in pochi anni, ha convinto i viticoltori, occupando oggi una fetta importante del mercato, nonostante i costi elevati.
Una forte competizione nei confronti dell’inox, anche economica, viene portata avanti con successo dal filo con zincatura arricchita di alluminio che ha sostanzialmente cambiato tutti i parametri di durata, superando abbondantemente quella del vigneto. Se a questo si aggiunge il vantaggio derivato dall'introduzione dei fili ad alta resistenza, si spiega come questo materiale sia al momento il più utilizzato (C).
Per gli impianti a tendone e a raggi, e per sorreggere le reti antigrandine (più raramente per le normali controspalliere), si impiegano anche fili multipli (funi), con o senza guaina plastica di protezione.