capitolo 10 ACCESSORI E LEGACCI Tensione dei fili Albino Morando, Simone Lavezzaro allungamento, tendifilo, giunzioni KEYWORDS Tendifilo La tensione dei fili è determinante per costituire una struttura resistente, adatta a sorreggere in modo corretto la vegetazione ed a facilitare l’impiego delle macchine, nelle diverse operazioni di potatura secca e verde, trattamenti e vendemmia. I fili possono venire tesi in modo adeguato e mantenere la loro posizione solo se i pali di testata sono fissati in modo stabile con ancore o puntoni. La tensione dei fili va effettuata al momento della messa in opera. Possono essere richiesti successivi ritensionamenti quando il filo subisce un allungamento, variabile con il materiale di cui è costituito (A), il peso che deve sopportare e, talvolta, con la temperatura. Ad esempio, il filo di plastica impiegato attualmente conserva la sua tensione nel tempo indipendentemente dalla temperatura, mentre, in passato, venivano commercializzati dei fili che, con il caldo, subivano un notevole allungamento. I fili si possono ritendere slegandoli alla testata e rilegandoli dopo averli tesi a mano, con maniglie tirafili o con appositi tendifilo mobili a morsetti. Quest’ultima tecnica è d’obbligo per i fili più grossi (3-4 mm di diametro), utilizzati in forme di allevamento espanse quali GDC, Casarsa, tendoni, per reti antigrandine, ecc. La soluzione più comune è quella di utilizzare degli appositi tendifilo, applicati su uno o entrambi i capisaldi, oppure sul filo in prossimità delle testate o in una posizione intermedia del filare. Quest’ultima soluzione consente di ottenere un tensionamento perfetto, con un solo dispositivo per filo, però costringe a percorrere tutto il filare per azionarlo (B). Tendifilo applicati al filo Le soluzioni proposte nel tempo sono state numerose (C) e vanno da due semplici bastoni incrociati ai dispositivi rotanti realizzati con materiali diversi, dalle piccole carrucole già note in passato, ai tendifilo ad asta filettata, non molto diffusi, perché resi presto inservibili dalla ruggine. I materiali meno deperibili come la plastica, l'alluminio e l'acciaio inox (D, E, F) hanno avuto maggiore diffusione, anche se l'impiego sempre più diffuso di fili a ridotto allungamento hanno reso talvolta meno indispensabile il tendifilo. (A) - Allungamento medio (%) di alcuni tipi di filo per vigneto (B) - Tendifilo mobile (Consortium). Si opera agganciando l’attrezzo al caposaldo e, tramite un dispositivo a pressione, al filo. Completato il tensionamento, quest’ultimo viene fissato alla testata e, a questo punto, si allenta il tendifilo e lo si sgancia. (C) - Tendifili diversi ancora tutti impiegati, ma in misura minore. (D) - Tendifilo in acciaio stampato (Vignetinox). (E) - (sotto a sinistra) Tendifilo a rocchetto in alluminio (Ferro A.). (F) - Tendifilo "Grillo" economico e di facile impiego ancora molto usato (Ferro A.). Tendifilo applicato al palo di testata Le soluzioni possibili sono molte (G), da quelle più semplici costituite da ferro tondo sagomato a Z, ai pezzi di tubo fatti ruotare per avvolgere il filo e poi impediti nella rotazione da un grosso chiodo infilato nei fori trasversali, agli accessori specifici in lega o in acciaio inossidabile che consentono una trazione perfetta anche di fili molto sollecitati (H, I). Trovano impiego anche le catenelle in ferro zincato o in acciaio inossidabile legate all’estremità del filo che consentono di tenderlo o allentarlo con estrema rapidità ed eventualmente spostarlo in verticale per seguire lo sviluppo della vegetazione (L). L'adozione di un sistema ammortizzato presenta invece il vantaggio di spostare i fili sui pali di mezzeria, mantenendone fissa la posizione sulla testata e costante la tensione (M, N). Sistemi di giunzione dei fili In caso di rottura accidentale del filo e nel cambio bobina, è necessario procedere alla giunzione, che deve essere semplice, rapida e duratura (O). Se non si vuole slegare il filo sulla testata, è indispensabile aggiungerne un tratto di collegamento, operando una doppia legatura. Quando possibile, è preferibile slegare il filo dalla testata, ricollegare le due parti e quindi ritensionarlo. Per effettuare la giunzione in modo rapido e con una minima sovrapposizione del filo, esistono degli appositi fermagli di rame o alluminio, nei quali si infilano i due capi del filo da congiungere e si serra con un'apposita pinza o semplicemente inserendo i due fili. Esistono anche dei giuntafili specifici, di rapidissima applicazione, i quali consentono la tensionatura successiva del filo, che può scorrere solo in una direzione. Nel caso delle funi, le giunzioni si effettuano con appositi morsetti. Per ulteriori tipologie vedi www.viten.net (G) - Collari tendifilo di varie fogge e dimensioni (Vignetinox). (H) - Tendifili applicabili alla testata o sul tirante di ancoraggio (Vignetinox). (I) - Tendifilo con collare e rullino (Accessories for Vineyards). (L) - Catenelle su pali di ferro e legno (Vignetinox). (M) - Ammortizzatori per fili mobili spostabili a mano o a macchina (Vignetinox). (N) - Ammortizzatori per la gestione dei doppi fili (Accessories for Vineyards). (O) - I sistemi di giunzione dei fili possono essere diversi come illustrato a lato. Il più diffuso è il morsetto "Gripple" che, con apposto attrezzo consente di ritensionare il filo (Gripple - Ferro A.)