capitolo 12
ALLESTIMENTO
Lungo la Penisola si susseguono forme di allevamento tra le più diverse e spesso originali, componendo un ventaglio di possibilità unico al mondo.
Alcune, come il sistema a "Raggi" o le vecchie forme del Novarese e Vercellese, sono anche molto particolari, a prima vista quasi esagerate, anche se in
realtà hanno rappresentato soluzioni geniali per captare al meglio l'energia luminosa consentendo, negli ambienti di origine, produzioni abbondanti
abbinate ad una qualità accettabile. La loro incompatibilità con la meccanizzazione e l'elevata esigenza di manodopera ne fanno ormai dei reperti
museali, ovviamente da mantenere.
In funzione dei sesti e dei sostegni potremmo suddividere le forme di allevamento tra alberello, controspalliere a risalire, controspalliere a ricadere
(cordoni liberi), cortine doppie (GDC), pergole e tendoni.
Alberello
Un tempo rappresentava la forma di allevamento esclusiva in tutto il bacino del Mediterraneo (A) e nelle zone fredde quali Champagne o Valle d'Aosta. In Italia, prima di soccombere alla necessità estrema di meccanizzazione (B), l'alberello era il sistema di potatura più utilizzato, mentre oggi sfiora appena il 15 % della superficie totale. L'elevata densità di viti per ettaro richiesta da questo sistema costringe a ingenti investimenti per l'acquisto e la messa in opera delle barbatelle (C). Tali costi sono in parte recuperabili dai sostegni, talvolta limitati ai soli tutori verticali che sostengono il ceppo, senza bisogno di pali e fili (D).