capitolo 12

ALLESTIMENTO

Potatura di allevamento

Albino Morando, Simone Lavezzaro

La potatura di allevamento si attua nei primi (1-3) anni di vita del vigneto, allo scopo di favorire la crescita regolare della pianta ed ottenere la forma desiderata (A, B). In passato si consigliava di potare per uno o due anni molto corto (1-2 gemme) e quindi si otteneva la forma definitiva in tempi lunghi (C).
Oggi, grazie anche alle migliori lavorazioni del terreno ed alle adeguate concimazioni d’impianto che favoriscono una pronta ripresa della barbatella, è consigliabile potare più lungo (6-10 gemme) fin dal primo anno. In questo modo si sviluppa maggiormente l’apparato radicale, con il vantaggio di una più precoce messa a frutto. Inoltre, già con la prima potatura si costituisce una parte o la totalità del ceppo (D, E, F), che risulta perfettamente verticale, adatto agli interventi meccanici. è anche meno predisposto a tagli o ferite (G, H), ritenuti importanti responsabili di gravi malattie del legno (esca, eutipa, verticilliosi, rogna, ecc.), in fase di espansione, senza che esistano rimedi efficaci per contrastarle.
Alla seconda potatura in campo è possibile raggiungere la forma definitiva per gli allevamenti più bassi. Per le forme espanse sono richiesti ancora 1-3 anni nei quali si può comunque iniziare a produrre.
I risultati descritti in (I) sono facilmente ottenibili nella maggior parte degli ambienti viticoli, purché le giovani piante vengano adeguatamente curate e la produzione del secondo anno venga asportata, mentre quella del terzo anno deve essere regolata con adeguati diradamenti per evitare di spossare le piante in maniera eccessiva.
Potature più corte al primo e secondo anno, non solo non conseguono il risultato di far sviluppare meglio la pianta, ma spesso portano ad un marcato squilibrio vegetativo, particolarmente vistoso negli ambienti più fertili. Infatti, i pochi tralci lasciati diventano troppo grossi e poco lignificati, quindi soggetti ai danni da freddo, oltre che difficili da manovrare per ottenere le forme desiderate.
Pare assurdo, ma è un’osservazione ricorrente che, a causa del vigore concentrato su pochi germogli, la potatura di formazione deve spesso basarsi sulle femminelle, per ottenere tralci di dimensioni normali. Anche nella fase di allevamento l’obiettivo da ricercare è l’equilibrio, al di fuori del quale la pianta soffre e non fornisce il meglio.
Nel caso la fertilità del terreno ed il clima lo consentano, conviene piuttosto accelerare l’ottenimento della forma definitiva, curando però di limitare la produzione in questi anni, per non trovarsi con vigneti ancora giovani, ma già spossati dalla eccessiva produzione ottenuta nel periodo della formazione.
Teminata la fase di allevamento, inizia la potatura di produzione, caratteristica per ogni forma adottata, con la quale si punta al mantenimento dell'equilibrio vegeto-produttivo più consono alla cultivar, ambiente di coltivazione e obiettivi enologici.