capitolo 2

VIGNETO: NUMERI E AMBIENTE

L'ambiente di coltivazione

Simone Lavezzaro, Albino Morando

Analizzati gli aspetti economici, bisogna necessariamente considerare il tipo di terreno terreno (del quale si tratterà nel capitolo III) e i principali parametri climatici, per verificare se la vite si adatta all’ ambiente scelto.
La presenza di altri vigneti facilita la risposta, ma ciò non toglie che, nell’ambito di una zona adatta, esistano sottozone nelle quali è comunque sconsigliabile impiantare, ad esempio per la forte esposizione a brinate primaverili, a venti, grandinate, ecc.

Temperatura: durante la dormienza, la vite, priva di vegetazione erbacea, resiste senza danni a temperature fino a -15 °C. Ulteriori abbassamenti termici, fino a -20, -24 °C possono essere sopportati, parzialmente e solo da qualche vitigno, mentre le viti americane possono resistere fino a -27 °C. Se, nel mese più freddo, la media delle minime è inferiore a -14 °C, è necessario provvedere all’interramento o ad altre costose protezioni della chioma.
Diverso è poi il discorso durante il germogliamento, quando bastano temperature di -2, -3 °C per avere l’accecamento delle gemme in schiusura e/o l’allessamento dei germogli. Sono particolarmente esposte al rischio di brinate le zone più basse, specie se relative a vallate esposte a correnti da nord. Nonostante siano diversi i sistemi impiegabili, la difesa non è facile (A, B).
Anche la mancanza di freddo ha effetti deleteri per la vite, che necessita di un periodo di ibernazione, altrimenti vegeta in continuo senza entrare in dormienza. È quanto accade ad esempio nei climi tropicali, dove il ciclo annuale della vite va regolato con la potatura post-vendemmia, il dosaggio delle irrigazioni e l’uso di fitoregolatori. In questo caso, si ottengono due vendemmie all’anno che però, causa il “superlavoro”, limitano fortemente la durata del vigneto.

Precipitazioni: anche se la vite è una pianta resistente ai climi siccitosi, necessita di opportuni accorgimenti per favorirne la sopravvivenza e consentire alla pianta di fornire la produzione desiderata in termini di qualità e quantità. Accorgimenti che, tendenzialmente, vanno adottati in fase di impianto del vigneto.

  • la scelta di portinnesti, di cui parleremo in seguito, resistenti alla siccità;
  • adeguate concimazioni organiche prima della messa a dimora del vigneto;
  • eseguire uno scasso profondo, qualora il suolo lo consenta, in modo da aumentare il volume di terreno a disposizione delle radici, in particolare per l'approvigionamento idrico;
  • lavorazioni superficiali durante la vita del vigneto, in modo da limitare l'ETP;

In ogni caso, qualora le precipitazioni annuali siano inferiori a 500 mm, bisogna predisporre opportuni impianti di irrigazione (C).
Discorso diverso invece è rappresentato dagli ambienti troppo piovosi, di solito poco adatti alla vite, salvo i casi di terreni molto drenati, pietrosi, come quelli di montagna. Nei terreni argillosi e asfittici è importante preventivare adeguate opere di drenaggio e di fognatura per smaltire le acque di infiltrazione, e di scorrimento ed evitare i ristagni idrici (D).
Sempre parlando di precipitazioni esistono zone particolarmente predisposte ai danni da grandine ma l’incidenza varia molto nel tempo e non è prevedibile. Una folta vegetazione al di sopra dei grappoli può apportare una limitata protezione. In caso di precipitazioni massicce, diametro dei chicchi elevato e vento forte, solo le reti antigrandine possono proteggere il raccolto (E). Tali protezioni, oggi disponibili in diversi formati, hanno un costo elevato e possono ostacolare le operazioni in verde; vanno quindi impiegate in caso di rischio reale (valutabile dai dati storici) e per una viticoltura ad alto reddito.
La protezione derivante dai cannoni antigrandine è considerata nulla da tutte le fonti scientifiche anche di altri Paesi, ma in qualche zona questi rumorosi dispositivi permangono attivi, alimentando la speranza... di convogliare altrove le grandinate (F).

Vento: forti venti causano danni ai germogli e, in casi estremi, anche alle strutture di sostegno. Onde limitare i danni di tale evento meteorico: 

  • orientare i filari paralleli alla direzione principale del vento; 
  • sorreggere la vegetazione con doppi fili;
  • usare pali surdimensionati, ben ancorati;
  • impiegare fili di sezione più grande per non tagliare la vegetazione;
  • evitare il contatto diretto tra fili e pali di cemento;
  • legare precocemente i germogli soggetti a rotture;
  • evitare gli eccessi di azoto che indeboliscono la vegetazione.
Indici bioclimatici: prendono in considerazione uno o più parametri climatici (temperature, illuminazione, precipitazioni), che vengono poi elaborati numericamente secondo formule proposte da diversi autori. Risentono forzatamente dell’influenza dell’ambiente in cui sono stati redatti e possono fornire solo indicazioni preliminari di massima (G).