capitolo 3

TERRENO

Il terreno del vigneto

Albino Morando

Dalle origini

La storia è piena di vicende che ricordano spostamenti in massa di popolazioni alla ricerca di terre fertili da coltivare. In queste prosperano i cereali, base per l’alimentazione umana ed animale e quindi per la sopravvivenza. Nei terreni meno fertili, magri, asciutti, magari ciottolosi, la produzione dei cereali non ripaga del lavoro e questo ne ha favorito lo sfruttamento con altre colture, in particolare con la vite (A).
Paradossalmente, proprio in questi terreni da considerarsi marginali o addirittura non coltivabili con altre piante, la vite trova la possibilità di vegetare e produrre, se non grandi quantità, almeno la migliore qualità.
è proprio la presenza di fattori che attenuano l’attività vegetativa e produttiva (scarsità di acqua e di azoto) a consentire, con le produzioni contenute di uva, l’ottenimento di vini con caratteristiche organolettiche eccelse, impensabili nei terreni fertili.
Nei suoli poveri, a motivo della costituzione e composizione anche molto diversa, ma sempre limitante (suoli sabbiosi e/o ghiaiosi prevalentemente silicei, scisti cristallini poveri di calcio, marne fortemente calcaree, ecc.) l’interazione con il vitigno, il portinnesto ed il microclima diventa determinante per le caratteristiche del vino (B, C).
I Francesi hanno sempre tenuto in grande considerazione il “terroir” (l’insieme delle condizioni del terreno, ma anche delle tecniche di lavorazione) ed impostano la valorizzazione del vino prevalentemente su questo parametro, ben sapendo che è l’unico inimitabile e non riproducibile. Oggi questo aspetto è ampiamente valorizzato anche nel nostro Paese, peraltro caratterizzato da una variabilità climatica ed ambientale ricchissima che, unita ad un patrimonio ampelografico unico, costituito da vitigni autoctoni antichi, rivalutati proprio negli ultimi decenni, permette produzioni variegate di grande interesse.
Questo non toglie che esista anche un'importante viticoltura maggiormente produttiva dove, con i dovuti accorgimenti, si possono ottenere vendemmie di 150-300 q/ha con caratteristiche più che valide per la produzione di vini gradevoli, genuini, ad un costo abbordabile per un normale consumo a tavola.
Rispetto al passato esiste una possibilità che consente di coltivare la vite con successo anche in ambienti molto asciutti: l'irrigazione. Questa, con le tecniche moderne della goccia a goccia, può consentire ottimi risultati quanti-qualitativi anche in terreni particolarmente aridi, pur con un impiego contenuto di acqua.