capitolo 4

BARBATELLA

Scelta del portinnesto

Simone Lavezzaro, Albino Morando

La scelta del portinnesto non è mai facile. L’esperienza dei viticoltori, di grande aiuto per molti altri aspetti di tecnica colturale, in questo caso risulta poco affidabile, perché spesso il portinnesto (A), almeno per i vigneti più vecchi, non è noto, o la contemporanea presenza di diversi ibridi finisce per confondere i giudizi. Ciò non toglie che osservazioni ripetute e ricorrenti debbano essere tenute in considerazione, soprattutto per quanto attiene ai portinnesti che, in determinati ambienti, non hanno trovato le condizioni adatte per estrinsecare le loro qualità.
Le caratteristiche attitudinali dei diversi piedi americani riportate dai testi di viticoltura offrono buone informazioni di base, ottenute mediando i risultati di numerose prove sperimentali, ma non possono ovviamente risolvere i problemi specifici di ogni singolo vigneto.
La bibliografia disponibile è molto ampia su aspetti di fisiologia dei principali portinnesti, mentre è un po’ meno ricca per quanto riguarda risultati a lungo termine delle diverse combinazioni di innesto. Svariati lavori pubblicati riferiscono dati relativi a rilievi di pochi anni, per cui diventa difficile trarne indicazioni probanti. Infatti, qualche prova a più lunga scadenza evidenzia che i risultati dei primi anni talvolta non si confermano in seguito e, spesso, col tempo le differenze si attenuano e non raggiungono significatività statistiche.
Una spiegazione può essere di tipo biologico, dovuta a differenze di comportamento dei portinnesti, alcuni più pronti ed altri più lenti, ma in grado di recuperare. Altri motivi possono essere ricercati nell’influenza degli andamenti stagionali, che vanno a favorire di volta in volta il portinnesto che ne trae più vantaggi.
Sarebbe utile conoscere a fondo le complesse interazioni tra portinnesto, vitigno, terreno, clima e tecniche colturali, viste in funzione di precisi obiettivi tecnologici prefissati, ma le informazioni attualmente disponibili sono molto lontane da tale risultato.
Appare quindi impossibile individuare il portinnesto ottimale per quel determinato appezzamento e quel vitigno. Si ritiene invece che, in quelle condizioni, sono sicuramente da scartare alcuni portinnesti, altri potrebbero andare bene e, per altri ancora, non si hanno elementi sufficienti di giudizio, almeno finché non sarà disponibile qualche riscontro sperimentale. Affrontando il problema con questa maggiore coscienza dei limiti delle conoscenze attuali, si possono sicuramente fornire le premesse per acquisire elementi tecnici su cui basare le future scelte.
Per fortuna, le caratteristiche attitudinali dei portinnesti sono sufficientemente elastiche per consentire, in molti casi, una buona adattabilità alle tecniche colturali, con le quali si possono, almeno in parte, mitigare eventuali condizioni pedologiche e/o climatiche sfavorevoli.