Viticoltura Termoterapia in acqua calda Una realtà consolidata per un vivaismo viticolo di qualità di ANNA ERRICO Resp. Sezione Vigneto Piemonte Vignaioli Piemontesi sca La termoterapia in acqua calda per il materiale di propagazione della vite è una pratica conosciuta, a livello sperimentale, da quasi cinquant anni. Le prime ricerche a livello applicativo risalgono infatti a metà degli anni sessanta in Francia. L efficacia sanitaria del procedimento fu subito evidente, ma a scapito di un eccessiva moria o debolezza del materiale termotrattato. Motivo per cui la termoterapia fu confinata di fatto alla sola ricerca o, al massimo, alla propagazione del materiale di base destinato ai vivaisti, e mai alla produzione su larga scala. L esperienza piemontese, avviata a livello di ricerca nei primi anni di questo secolo e successivamente introdotta nella pratica vivaistica, non solo ha confermato la validità della termoterapia come profilassi contro la propagazione di malattie, in particolare, ma non solo, la flavescenza dorata, ma soprattutto ne ha dimostrata l applicabilità alla filiera vivaistica Il vivaismo, da presunta causa a soluzione del problema L anno horribilis per il vivaismo piemontese è il 2005: la Flavescenza dorata, malattia da fitoplasmi comparsa in Piemonte in forma epidemica nel 1999, sta sterminando i vigneti. Come ogni epidemia che si rispetti, anche questa ha bisogno dei suoi untori : troppo facile identificarli nei vivaisti viticoli, ora parzialmente riabilitati, anche se è indubbio il ruolo che hanno avuto nell aver portato i fitoplasmi in zone ancora indenni. L opportunità di una risposta tecnica forte del settore vivaistico al problema viene da una nuova ricerca, avviata un paio di anni prima dal Prof. Mannini del CNR-Istituto di Virologia Vegetale di Torino, sull utilizzo di termoterapia in acqua calda sul materiale di propagazione della vite. L elemento innovativo rispetto alle precedenti esperienze similari è la strumentazione usata: una macchina innovativa, studiata in Piemonte da un gruppo scientifico interdisciplinare, che ha saputo individuare i punti critici in cui i predecessori avevano fallito. La macchina nasce con finalità di ricerca ma già capiente per una produzione su grande scala; la spesa è notevole ma i vivaisti associati alla Vignaioli Piemontesi si tassano, sulla base di un triennio, per coprirne la spesa. A questa si aggiungono altre tre macchine, più capienti ed acquistate da vivaisti privati. La ricetta è pronta: 50° C per tre quarti d ora di trattamento, ed un pre-riscaldamento di venti minuti a 20° C. Il trattamento, effettuato su materiale legnoso (marza e portinnesto) prima dell innesto, viene associato ad un sistema di qualità certificato dapprima come di filiera e nel 2009 trasformato in una certificazione di prodotto , che garantisce la rintracciabilità delle produzioni a partire dalle piante madri e l effettiva esecuzione della termoterapia, con l emissione controllata di un etichetta riportante il marchio ORME DI VITE, brevettato da Vignaioli Piemontesi, e tutte le informazioni sulla partita del prodotto e sul produttore. Dal 2009, con il passaggio al sistema di rintracciabilità di prodotto, in etichetta, accanto al marchio ORME 12 DI VITE, compare anche il logo della SGS-Italia, ente certificatore e controllore. Dal 2005 ad oggi i vivaisti piemontesi hanno implementato l uso della termoterapia in acqua calda, acquisendo una crescente capacità nell utilizzo della stessa. Le rese effettive in barbatellaio sono identiche, se non superiori, a quelle del materiale non trattato. I problemi che permangono sono pertanto esclusivamente legati alla logistica delle operazioni di termoterapia: la fase di innesto, di per se stessa concentrata in poche settimane, viene ulteriormente appesantita dai trattamenti termoterapici. Questo fatto rende la termoterapia più semplice da attuare in una realtà vivaistica di medie dimensioni come quella piemontese rispetto ad altri comprensori ad alta capacità produttiva, dove, in effetti, tale protocollo non viene ancora applicato se non su alcune partite selezionate e su richiesta del cliente. Ma è probabile che con il tempo tutto il settore debba adeguarsi, perché in Europa aumentano le spinte da parte delle zone viticole più avanzate a rendere questa prassi obbligatoria (vedi ultimo paragrafo). In Piemonte siamo già pronti al nuovo corso: nella campagna 2009/2010 sono stati trattati nella nostra regione circa 8 ml di pezzi, che hanno dato origine a 4 milioni di innesti-talea; le barbatelle ottenute, a marchio ORME DI VITE, sono quasi 2 milioni, (un altro milione di barbatelle è stato etichettato con una semplice etichette verde con marchio Vignaioli Piemontesi: trattasi di aziende che non rientrano nel sistema di rintracciabilità). Si consideri