Economia Quando Ministero e Regioni lavorano insieme i frutti maturano di MONICA MASSA Mino Taricco, Assessore all Agricoltura della Regione Piemonte, è coordinatore della filiera vitivinicola e dei sistemi di qualità in seno alla Commissione politiche agricole (che riunisce gli assessori regionali) e in questa veste l abbiamo intervistato. Abbiamo letto nei giorni scorsi una polemica tra il Ministro Zaia e l Assessore pugliese Stefano sulla reale entità dei fondi stanziati per fronteggiare la crisi dell agricoltura italiana e quindi sul ruolo strategico che il governo assegna al settore. Solo schermaglie da vigilia elettorale o c è di più? Intanto ricorderei che la polemica nasceva da affermazioni del Ministro Zaia sulla presenza di oltre 1 miliardo di euro per l agricoltura nella Legge Finanziaria 2010; come Regioni abbiamo sottolineato che per il Fondo di Solidarietà Nazionale le risorse dichiarate non corrispondono a quanto concordato in sede di Conferenza Stato Regioni, per cui la copertura, allo stato dell arte, non è garantita. Sarebbe utile sapere poi cosa ne è della proroga della piccola proprietà contadina, del piano irriguo nazionale, dei fondi FAS e del programma straordinario promesso entro dieci giorni unitamente al Sottosegretario Letta alle Regioni per affrontare la crisi dell agricoltura. Non credo affatto si tratti di polemiche di natura elettorale, ma di fondate considerazioni, che si discutono col Ministro da tempo e che hanno quasi sempre accomunato Regioni anche di orientamento diverso, proprio perché si tratta di problemi sentiti con urgenza dal comparto in Italia. Esistono temi in campo vitivinicolo sui quali lei pensa di poter dire che il Piemonte ha fatto scuola in Italia? La diffusa consapevolezza del ruolo strategico della vitivinicoltura, delle sue potenzialità e del ruolo guida dei prodotti di qualità made in Piemonte hanno portato la nostra Regione a sviluppare un sistema orientato alla qualità, alla massima espressione delle potenzialità dei territori e del patrimonio ampelografico autoctono. In questo ambito la nostra Regione, in cui circa l 80% dei vini è tutelato da DOC o DOCG, ha sviluppato proprie normative volte a cogliere tutte le opportunità connesse all introduzione delle nuove norme OCM che prevedono elevati livelli di controllo sulle produzioni e per il governo delle Denominazioni di origine in rapporto con il mercato. Credo poi meritino di essere citati gli oltre trent anni di attività a supporto dell accordo in18 terprofessionale dell Asti DOCG e il più recente avvio di analogo accordo sul Brachetto. L integrazione dello schedario vitivinicolo a partire dal 2007 e, successivamente, degli Albi vigneti nel fascicolo aziendale, hanno inoltre consentito di creare un unica banca dati di riferimento per tutti i procedimenti vitivinicoli, strumento necessario per poter semplificare le procedure del settore. Come valuta la proposta del Ministero relativa alle modifiche della legge sulle denominazioni di origine? Brevemente, quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi dal suo punto di vista? La proposta di una nuova normativa sulle DO dei vini è frutto di un grande lavoro congiunto tra Ministero e Regioni e filiera vitivinicola. La proposta ha cercato di far convivere quanto di positivo si è costruito finora a supporto dei vini di qualità con l esigenza di adeguamento agli orientamenti comunitari: l integrazione del sistema informativo vitivinicolo con il sistema di gestione del fascicolo aziendale, nell ambito del sistema informativo agricolo nazionale (SIAN); la semplificazione dei riferimenti di base per il governo delle denominazioni, individuando il fascicolo aziendale quale fonte primaria delle informazioni sulle superfici vitate; la semplificazione amministrativa e il coordinamento tra i soggetti coinvolti, che dovranno essere concretizzati da specifici provvedimenti attuativi, con particolare attenzione per schedario vitivinicolo, denominazioni e controlli. Abbiamo chiesto l apertura di un tavolo di lavoro Stato-Regioni che operi in raccordo con la filiera per la messa a punto delle possibili semplificazioni; la previsione del completamento degli strumenti per la gestione delle denominazioni (modifica rese, blocage/deblocage, vincoli di destinazione, accesso alla denominazione), costruendo un quadro organico per il governo delle DO da parte della filiera in raccordo con le Regioni. I tempi ristretti imposti dalla legge delega non hanno consentito un organica revisione degli aspetti sanzionatori, anche in Segue a pag. 21