viticotura di Maurizio Gily Per tutti è tempo di AgroMeteorologia 2.0 Una viticoltura moderna e sostenibile non può più fare a meno del monitoraggio climatico Lo scorso 29 gennaio a Barolo, presso la cantina Terre da Vino, c è stato un incontro tra tecnici e produttori per uno scambio di conoscenze ed esperienze sull utilità del monitoraggio del clima. Tecnologie più avanzate, ma anche più semplici nell utilizzo e più economiche di quelle di prima generazione, forniscono al viticoltore un supporto alle decisioni che consente alle aziende di conoscere meglio territorio e vigneti, organizzare meglio i lavori, centrare i trattamenti fitosanitari e, almeno in alcune annate, risparmiarne un certo numero. Matteo Monchiero (Agroinnova, Università di Torino) ha introdotto i lavori presentando alcuni indicatori climatici riferiti ai parassiti della vite. In tabella 1 ne proponiamo alcuni, insieme ad altri relativi alla fisiologia della pianta. Si tratta di valori indicativi. Sommersi dai numeri? Le stazioni meteorologiche elettroniche oggi diffuse in viticoltura rilevano vari parametri climatici con frequenza anche di pochi minuti. Una quantità enorme di dati che rischia di sommergerci, dice Monchiero: come riusciamo a gestirli e ricavare informazioni utili dalla confusione? Eppure la gestione di questa massa di numeri è fondamentale per poterne trarre decisioni nella gestione del vigneto. La direttiva 128 del 2009 impone un programma di difesa sostenibile, limitazioni all uso di prodotti, e l obiettivo di ridurre i passaggi nel vigneto. Ma non è solo la legge, è anche una convenienza aziendale. Abbiamo bisogno di conoscenze sempre migliori su parassiti, cicli evolutivi e come si 20 presentano nel vigneto, utilizzando le competenze specialistiche e le esperienze della ricerca. Per valorizzare questa grande massa di dati servono quindi strumenti in grado di semplificare il lavoro, facendo interagire i dati climatici con le conoscenze più avanzate sui cicli dei parassiti. Questi strumenti esistono e si chiamano modelli epide°C crittogame miologici (o, semplificando, modelli previsionali). I modelli L evoluzione della ricerca ha consentito negli ultimi anni di passare dai vecchi modelli empirici (tipico esempio: la regola dei tre 10 per le primarie di peronospora o i 2 mm di pioggia seguiti da controllo per insetti vite -14 rischio danni permanenti, variabile per varietà -1 rischio gelate tardive germogli 1 Peronospora, min x maturazione oospore 8 Oidio, rilascio ascospore con 2 mm di pioggia 9 >10 12 15 Lobesia, min x sviluppo embrionale temperature attive: al di sotto la vite non lavora Lobesia, schiusura uova Botrite: opt x germinazione (con 15 h di bagnatura) Lobesia, min per attività adulti 18-20 Peronospora: sporulazione (con almeno 4 ore di buio) Scafoideo, sviluppo embrionale 22-24 Peronospora: opt per maturazione oospore 22 25 > 30 Peronospora: optimum (umidità alta e bagnatura); Oidio: optimum infezioni secondarie (umidità alta e ASSENZA di pioggia) Peronospora: infezione si arresta (con umidità bassa) Oidio: le infezioni ascosporiche non si realizzano T media mensile massima per maturazione ottimale vitigni internazionali (secondo Jackson e Lombard). Mese della raccolta. optimum per la fioritura Scafoideo, opt schiusura uova Lobesia e Scafoideo: opt x voli optimum per la fotosintesi Lobesia: alta mortalità uova se con bassa umidità la fotosintesi rallenta fino a fermarsi se bassa umidità T tra 100 Oidio: 90% ascospore mature (fine infezioni primarie) e 200 DD a partire dal germogliamento T > 1300 DD T > 1700 DD maturazione Chardonnay maturazione Barbera T: somme termiche gradi giorno (Degree Days) con T medie superiori a 10 gradi (Winkler) Tabella1. M. Monchiero e M. Gily (fonti diverse, tra cui Rossi et al., 2008, Caffi et al., 2010 e 2011, Vercesi et al. 2004, D. Jackson 2001. Per referenze bibliografiche scrivere a redazione@millevigne.it)