VITICOLTURA

Irroratrici a recupero per una difesa a basso impatto RICCARDO CASTALDI

Le irroratrici a recupero consentono di limitare al target la distribuzione del prodotto e riducono notevolmente la dispersione nell’ambiente e al suolo

Negli ultimi decenni anche nell’ambito del settore vitivinicolo si sono fatti sempre più largo i principi di sostenibilità e rispetto ambientale, che hanno obbligato a pensare a tecniche agronomiche e a strategie di difesa meno impattanti rispetto a quelle impiegate in passato.
Al fine di ridurre l’impiego di molecole di sintesi per la difesa dei vigneti dalle principali avversità, sono state messe a punto, e in taluni casi riscoperte e migliorate, una serie di tecniche di coltivazione volte a contrastare lo sviluppo delle crittogame. Basti pensare a tutti gli interventi agronomici, in particolare fertilizzazione, irrigazione e gestione del suolo, condotti in modo da ottenere uno sviluppo dei germogli più equilibrato e una chioma più arieggiata e illuminata, in definitiva contraddistinta da condizioni microclimatiche in grado di contrastare naturalmente lo sviluppo dei funghi. Una chioma adeguatamente meno fitta permette inoltre ai prodotti fitosanitari irrorati di giungere a bersaglio con maggiore facilità, aumentando la bagnatura e l’efficacia dell’intervento.
Nell’ottica di rendere più precisa la difesa, ed evitare trattamenti fitosanitari inutili, sono da tempo stati sviluppati anche sofisticati modelli previsionali, che rappresentano un valido supporto per i tecnici e i viticoltori per individuare i momenti in cui risulti essere più opportuno e necessario intervenire per proteggere la vite.
Non ultimo devono essere considerate anche tutte le tecniche alternative all’impiego delle molecole di sintesi per la gestione del sottofilare, che contemplano lavorazioni con varie attrezzature (dischiera scolmatrice, erpice interceppo, lama sarchiatrice, rollhacke), diserbo meccanico con fruste o con getti d’acqua ad alta pressione, pacciamatura naturale con trincia andanatrice o falcia andanatrice, trattamenti termici con vapore, schiuma calda e a fiamma diretta (alimentata da GPL o pellet).