CULTURA E SOCIETÀ Collezionismo in cantina STORIA DI COPERTINA di MONICA MASSA L’amore di Donato Lanati per l’arte raccontato dalla sua artista preferita Maria Rita Vita, autrice della copertina del primo numero dell’anno L’incontro con Maria Rita Vita non è stato affatto casuale durante La Festa del Vino svoltasi nel settembre scorso a Casale Monferrato (AL). Nell’ambito dei vari eventi collaterali apprendo che al Salone Marescalchi espone l‘artista Maria Rita Vita e che al vernissage era presente l’enologo Donato Lanati. La curiosità è forte e decido di andare a visitare la mostra. Rimango colpita dalle opere astratte della Vita, da quelle cariche di colore ai quadri bianchi realizzati utilizzando anche gli scarti della lavorazione del marmo, fino agli oggetti di design (bicchieri, arredamento) e ai foulard che sono riproduzioni su seta delle sue tele, realizzati sotto la sua stretta supervisione presso artigiani tessili comaschi, tutte produzioni unite dalla passione per il Made in Italy e per uno stile teso a esaltare il saper fare italiano. Sul tavolo a lei riservato noto che accanto alle sue opere trovano spazio anche alcune bottiglie di vino della denominazione Candia dei Colli Apuani, una delle DOC che insiste sui territori dei comuni di Massa e Carrara. Penso a un tentativo di gemellaggio tra città del vino e cerco di approfondire iniziando a dialogare con l’artista. Come una farfalla olio su tela 90*80. Il foulard porta il titolo del dipinto ed è un carrè 90*90 in raso di pura seta made in Como La tecnica che la caratterizza, dopo un primo periodo di pitture “naturalistiche e figurative” è l’action painting in cui il colore non viene applicato con attenzione, ma viene lanciato o schizzato sulle tele con gesti dell’artista mai improvvisati bensì controllati e non casuali. Nelle tele appare forte la sua passione per i colori e il legame con la città di Massa, sua terra d’origine fatta di contrasti, con le montagne e le cave di marmo da un lato e il mare della riviera versiliese dall’altro e di cui rivendica fieramente l’appartenenza, traendone fonte di ispirazione per le sue opere. È una donna graziosa e minuta ma con una grande forza d’animo che l’ha accompagnata nel suo percorso professionale e famigliare. Il babbo non aveva voluto che intraprendesse gli studi artistici perché “con l’arte non si campa” ma nonostante tutto da autodidatta e poi perfezionandosi con Maestri riconosciuti e grazie a una Scuola d’Arte, Maria Rita Vita riesce a creare a poco a poco un suo stile inconfondibile che la porta dal disegno naturalistico, con molti richiami al paesaggio apuano, alla pittura astratta, con un utilizzo prepotente dei colori e dei contrasti del bianco e del nero, all’utilizzo della polvere di marmo che è uno degli elementi del suo territorio di provenienza. Proprio con il marmo prende vita la serie “pittura scolpita” che in provincia di Massa Carrara. La crescita artistica di Maria Rita è però antecedente a questa particolare performance e inizia una ventina di anni fa, quando lascia il lavoro presso una casa di moda e decide di dedicarsi all’arte in modo esclusivo: non solo opere pittoriche ma anche oggetti del quotidiano (accessori di abbigliamento e di design) così come illustrazioni per copertine di libri, in un costante intreccio con la letteratura. Nel contempo fa la mamma a tempo pieno per il figlio Sergio, adottato in Russia dopo una serie di viaggi nella città della Piazza Rossa. Il diario di quel lungo peregrinare è diventato, proprio per volontà del protagonista, un libro “Sì tu, proprio tu” che è una vera e propria lettera d’amore, tesa a dare speranza ad altri aspiranti genitori che possono trovarsi bloccati dal desiderio di adottare a causa degli intoppi della burocrazia. Negli anni la fama di artista di Vita è cresciuta grazie a mostre, personali e collettive, ed eventi nazionali e internazionali presso istituzioni pubbliche e private, con l’apporto della sua curatrice precedentemente direttrice degli Istituti Italiani di Cultura per la Farnesina a Stoccarda e a Zurigo. Una sua opera è entrata a far parte della collezione permanente nel Circolo del Ministero degli Affari Esteri a Roma, accanto ad artisti come De Chirico, Pistoletto e Balla. L’accoglienza che mi riserva Maria Rita è disarmante e con una breve chiacchierata capisco il suo desiderio di comunicare e di sentirsi libera attraverso la sua arte. nel 2016 la vede esporre, prima artista al mondo, opere pittoriche alla Cava di Fantiscritti, una delle poche cave di marmo sotterranee Luisa Pavesio Maria Rita Vita L’aspetto emozionale delle opere di Vita, con la costante ricerca del rapporto tra i colori e le emozioni sono proprio un segno tipico della sua arte che, a dire della stessa artista, l’ha portata a farsi conoscere e apprezzare da un maestro delle sfide e delle emozioni nell’ambito enoico, cioè : “la scintilla che fece scattare l’intesa con lui ci fu parecchi anni fa, quando mi commissionò un’opera che doveva rappresentare le sensazioni scaturite dalla sua passione per la moto e la velocità. Fu quella tela, un motociclista astratto, che gli fece capire che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda col colore e con la concezione di arte e di emozione”. Il poter incontrare di persona Lanati è stato uno dei motivi che ha portato Maria Rita Vita in Piemonte a esporre al Castello di Casale, a pochi chilometri dal Centro di Consulenza e Ricerca applicata Enosis Meraviglia a Cuccaro Monferrato, il laboratorio dove opera “l’eno-scienziato”. “Donato Lanati è una persona generosa che ama l’Arte in ogni sua forma e sono onorata che apprezzi tanto i miei dipinti e li collezioni. È il mio mecenate e la mia mostra nel settembre scorso al Castello è stato anche un modo per rendergli omaggio” ci confessa Maria Rita. Come testimonia la sua curatrice Luisa Pavesio l’interesse di Lanati verso le tele dell’artista non sono dettate soltanto dal mero collezionismo, ma anche “dalla stima che lui professa verso l’artista. Una delle caratteristiche della Vita è l’energia che trasmette e Lanati, che è a suo modo anch’egli un artista, avendo seguito tutto l’evolversi del percorso di Maria Rita ne ha capito l’uso del colore e le sue forme solo apparentemente caotiche. Come quando si degusta un vino ognuno individua profumi e gusti personali, così l’arte contemporanea della Vita è estremamente intima, è quella più immediata, perché ognuno di noi la interpreta in base ai propri sentimenti e al proprio vissuto”. Un rapporto artistico e professionale che è destinato a consolidarsi quello tra Donato Lanati e la Vita che sta preparando una mostra oltreconfine ma che conta di tornare molto presto in Monferrato. Donato Lanati Contatti: Maria Rita Vita artist Cellulare 333 8217316 info@mariaritavita.com http://www.mariaritavita.com L’artista con Donato Lanati Abbiamo appreso dalla Vita che Donato Lanati è il suo principale collezionista fin dagli esordi, per cui le abbiamo chiesto scherzosamente, dato questo legame con il mondo della degustazione, quale vino rappresenta meglio la sua vita e la sua arte. Che vino sarei? Sarei un vino ricco di aromi, così come sono ricchi di colori saturi i miei dipinti. Sarei un vino molto bilanciato: in pittura, soprattutto nella pittura astratta, il bilanciamento cromatico in campitura è fondamentale e io tengo molto all’armonia, sia tra colori prorompenti che tenui. Sarei un vino equilibrato e colmo di energia, sorso dopo sorso, come si inseguono in movimento i segni dipinti a spatola a pennello o in dripping nella mia pittura gestuale, controllata e mai occasionale, un vino nuovo frutto di ricerca ed avanguardia, ma che orgoglioso rivela radici nella nostra storia che è cultura. Sarei un vino che dona energia, sempre in movimento e per annata oso attribuirmi quella della mia esistenza, un vino che vuole lasciare al palato traccia dopo averlo assaporato, come un’immagine che suscita emozione può regalarla al cuore. Spero di poter rappresentare in Arte, lasciando una traccia dietro di me, un messaggio d’amore, come un vino “di buona annata” e di avere una Vita con una vendemmia ricca di sorrisi e di lacrime, ma che non cambierei mai, perché è la mia vendemmia ed è unica, così come la mia Vita, che è anche la mia Arte, come la mia Arte è la mia Vita. Sarei un vino riconoscibile tra tutti, dal carattere unico di ligure apuana, deportata da “donna libera” e l’arte è libertà; quella libertà che si respira nel vento, osservando il cielo di un mattino di primavera nella mia marina, mentre guardo l’orizzonte nell’alba. Riassumerei la mia terra di forti contrasti, ma conterrei anche antichi valori. Come la mia pittura è legata alle caratteristiche del territorio dal quale provengo, tale è il vino che, se vino buono, la rappresenta e contiene. E che dire dell’etichetta; beh sarebbe sicuramente un vino etichettato ad opera d’arte “VITA”. Sarei un vino, con corpo e cuore, un vino sano, col fine di regalare vibrazioni di gioia e bontà, come un colore primario steso puro sulla tela,nella consapevolezza della magicità preziosa dell’esistere. Non chiedetemi quale, ma sicuramente sarei un vino con queste caratteristiche, un vino ITALIANO. Maria Rita Vita artist