MilleVigne Marzo 2024 - Numero 1 Vignaioli Piemontesi, 2024
copertina di MilleVigne

EDITORIALE

8 marzo: una pennellata di rosa non basta

Il 7 febbraio scorso siamo state invitate dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze al ciclo di incontri Storie di donne con un intervento dal titolo “La parità di genere nell’editoria e la comunicazione della vite e del vino: il caso della rivista di settore Millevigne” (foto). Siamo un caso e non ce ne eravamo accorte; perché quando nel 2021 abbiamo preso la direzione di questa testata questo è avvenuto nel modo in cui gli incarichi dovrebbero sempre essere distribuiti: quello di un editore che individua in due persone le professionalità necessarie allo sviluppo di un progetto, indipendentemente dal genere e dal sesso.
Purtroppo nel settore del vino non sempre è così e anzi raramente lo è. Basta cominciare a contare (è spesso e purtroppo l’unico modo nel quale possiamo affermare di essere “donne che contano”): nello scorso Vinitaly nel programma di convegni, presentazioni e masterclass si contavano 232 uomini e 48 donne; nei due giorni del programma del Congresso Assoenologi erano menzionati 27 uomini e 3 donne; tra i titoli pubblicati dagli editori che risultano nelle prime 15 pagine dalla libreria online LaFeltrinelli.it abbiamo 52 autrici e 144 autori se la parola chiave è vino, ma il rapporto peggiora se si usano parole chiave più tecniche come degustazione, viticoltura ed enologia. Anche nella ricerca e nei settori come la microbiologia enologica dove le donne sono più presenti, ci dicono Tiziana Nardi e Patrizia Romano a pagina 38, il tetto di cristallo ferma la carriera accademica delle ricercatrici e delle docenti.
La questione non si risolve con gli eventi per le donne o delle donne, i vini per le donne o delle donne, bisogna cominciare seriamente a mettere le donne negli eventi e nelle posizioni apicali e visibili del mondo del vino. Perché siano presenti come professioniste in grado di valorizzare la viticoltura e l’enologia, non perché donne. La risposta alla domanda “perché tutti uomini?” non può più essere che “le donne non ci sono”, perché semplicemente non è vero.
Occorre uno sforzo? Probabilmente sì, è senza dubbio più semplice continuare a chiamare coloro che da decenni presenziano in convegni e discussioni pubbliche, firmano articoli, fanno critica e pubblicano guide. Però è uno sforzo necessario. Nessuno ha mai detto che la strada per l’inclusione e le pari opportunità sia un percorso semplice.
Il motivo è che in una società equa come quella che sicuramente tutti vogliamo, e in un momento in cui tutti parlano di sostenibilità sociale, tutti devono avere le stesse possibilità e lo stesso trattamento. Ma c’è anche un altro aspetto: in un periodo nel quale il pubblico si sta disaffezionando a un mondo che fatica a rinnovarsi, forse è il momento di introdurre qualche novità anche nei nomi di coloro che calcano le scene, e se non è facile essere donne nel mondo del vino, è sicuramente molto difficile anche essere giovani.
Da parte nostra continueremo a impegnarci per lanciare dei segnali forti di rispetto e di eguaglianza verso tutte le categorie, non solo quella femminile. Perché anche nel nostro settore la sostenibilità (non solo quella ambientale, ma anche sociale ed economica) è spesso una parola inflazionata. Da questo numero quindi troverete evidenziati nel sommario interno a pagina 3 gli articoli che trattano aspetti “sostenibili” dell’universo vitivinicolo, tra cui la nostra Storia di copertina, dedicata alla vendemmia inclusiva del Raboso presso l’Azienda Cecchetto con i ragazzi e le ragazze dell’Associazione Italiana Persone Down.
Inoltre abbiamo introdotto per una selezione di notizie online sul nostro sito www.millevigne.it e di articoli dell’edizione cartacea la possibilità di ascoltarne la traccia audio, per favorire chi ha difficoltà nella lettura o semplicemente per garantire una fruizione dei contenuti della nostra rivista anche mentre si lavora in cantina o in vigna.
Le previsioni future sul consumo di vino, l’andamento dei mercati e la crisi climatica ci obbligano a rivedere e di parecchio il nostro abituale modus operandi, benchè l’atteggiamento della politica nazionale continui a ergersi su posizioni ormai anacronistiche, rischiando di perdere l’ennesimo treno. Da parte nostra continueremo a impegnarci per garantire ai nostri lettori la più ampia informazione possibile sui temi del nostro comparto, con un approccio di rigore ma al contempo desideroso di farsi contaminare dalle novità prospettate anche da altri settori e discipline.


Alessandra Biondi Bartolini e Monica Massa