
Il 7 febbraio scorso siamo state invitate dal
Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze al ciclo di incontri Storie di donne con
un intervento dal titolo
“La parità di genere nell’editoria e la comunicazione della vite e del vino: il caso della rivista di settore Millevigne” (foto). Siamo un caso e non
ce ne eravamo accorte; perché quando nel 2021 abbiamo preso la direzione di questa testata questo è avvenuto nel modo in cui gli incarichi dovrebbero
sempre essere distribuiti: quello di un editore che individua in due persone le professionalità necessarie allo sviluppo di un progetto, indipendentemente dal genere e dal
sesso.
Purtroppo nel settore del vino non sempre è così e anzi raramente lo è. Basta cominciare a contare (è spesso e purtroppo l’unico modo nel quale possiamo
affermare di essere “donne che contano”): nello scorso Vinitaly nel programma di convegni, presentazioni e masterclass si contavano 232 uomini e 48
donne; nei due giorni del programma del Congresso Assoenologi erano menzionati 27 uomini e 3 donne; tra i titoli pubblicati dagli editori che risultano
nelle prime 15 pagine dalla libreria online LaFeltrinelli.it abbiamo 52 autrici e 144 autori se la parola chiave è vino, ma il rapporto peggiora se si
usano parole chiave più tecniche come degustazione, viticoltura ed enologia. Anche nella ricerca e nei settori come la microbiologia enologica dove le
donne sono più presenti, ci dicono Tiziana Nardi e Patrizia Romano a pagina 38, il tetto di cristallo ferma la carriera accademica delle ricercatrici e
delle docenti.
La questione non si risolve con gli eventi per le donne o delle donne, i vini per le donne o delle donne, bisogna
cominciare seriamente a mettere le donne negli eventi e nelle posizioni apicali e visibili del mondo del vino. Perché siano presenti
come professioniste in grado di valorizzare la viticoltura e l’enologia, non perché donne. La risposta alla domanda “perché tutti uomini?” non può più
essere che “le donne non ci sono”, perché semplicemente non è vero.
Occorre uno sforzo? Probabilmente sì, è senza dubbio più semplice continuare a chiamare coloro che da decenni presenziano in convegni e discussioni
pubbliche, firmano articoli, fanno critica e pubblicano guide. Però è uno sforzo necessario. Nessuno ha mai detto che la strada per l’inclusione e le
pari opportunità sia un percorso semplice.
Il motivo è che in una società equa come quella che sicuramente tutti vogliamo, e in un momento in cui tutti parlano di sostenibilità sociale, tutti
devono avere le stesse possibilità e lo stesso trattamento. Ma c’è anche un altro aspetto: in un periodo nel quale il pubblico si sta disaffezionando a
un mondo che fatica a rinnovarsi, forse è il momento di introdurre qualche novità anche nei nomi di coloro che calcano le scene, e se non è facile
essere donne nel mondo del vino, è sicuramente molto difficile anche essere giovani.
Da parte nostra continueremo a impegnarci per lanciare dei segnali forti di rispetto e di eguaglianza verso tutte le categorie, non solo quella
femminile. Perché anche nel nostro settore la sostenibilità (non solo quella ambientale, ma anche sociale ed economica) è spesso una parola
inflazionata. Da questo numero quindi troverete evidenziati nel sommario interno a pagina 3 gli articoli che trattano aspetti “sostenibili”
dell’universo vitivinicolo, tra cui la nostra Storia di copertina, dedicata alla vendemmia inclusiva del Raboso presso l’Azienda
Cecchetto con i ragazzi e le ragazze dell’Associazione Italiana Persone Down.
Inoltre abbiamo introdotto per una selezione di notizie online sul nostro sito
www.millevigne.it e di articoli dell’edizione cartacea la
possibilità di ascoltarne la traccia audio, per favorire chi ha difficoltà nella lettura o semplicemente per garantire una fruizione dei contenuti della
nostra rivista anche mentre si lavora in cantina o in vigna.
Le previsioni future sul consumo di vino, l’andamento dei mercati e la crisi climatica ci obbligano a rivedere e di parecchio il nostro abituale modus
operandi, benchè l’atteggiamento della politica nazionale continui a ergersi su posizioni ormai anacronistiche, rischiando di perdere l’ennesimo treno.
Da parte nostra continueremo a impegnarci per garantire ai nostri lettori la più ampia informazione possibile sui temi del nostro comparto, con un
approccio di rigore ma al contempo desideroso di farsi contaminare dalle novità prospettate anche da altri settori e discipline.
Alessandra Biondi Bartolini e Monica Massa