ENOLOGIA
In cantina e nel packaging del vino sono molti gli oggetti realizzati nei diversi polimeri plastici. Dai requisiti di idoneità al contatto con gli alimenti all’uso crescente della plastica riciclata, per rendere il loro uso più razionale e sicuro è importante conoscerne meglio le caratteristiche
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È resistente, elastica, facilmente igienizzabile e sanificabile, economica, leggera e versatile: la plastica è il materiale che nel XX secolo ha
dominato lo sviluppo e modificato le abitudini delle persone e i processi all’interno delle aziende. Un materiale rivoluzionario che inizialmente si è
diffuso molto rapidamente e ancora prima che, accanto ai tanti vantaggi, si potessero valutarne e affrontarne in modo adeguato anche i rischi per le
persone e per l’ambiente, come si fa invece ormai da alcuni decenni.
In cantina i materiali plastici sono presenti in molti degli oggetti utilizzati nel corso del processo (tabella 1), le cassette, i bins, i
nastri per il trasporto delle uve, le tubazioni, i serbatoi palettizzabili, così come in alcuni elementi delle macchine e le attrezzature, pompe,
pigiatrici, diraspatrici, guarnizioni, ma anche nei rivestimenti, le pavimentazioni ecc. La plastica è poi presente nel packaging considerato più
innovativo, i tappi sintetici, i liner dei tappi a vite e le sacche dei Bag in Box ad esempio, fino anche al packaging secondario come il
polistirolo delle scatole, le capsule e i film estensibili per la protezione dei pallet nelle spedizioni. Ora, se proviamo a pensare a tutti i
vantaggi che si sono ottenuti con la loro introduzione e alle prestazioni dei materiali plastici, capiamo bene che tornare indietro sarebbe decisamente
difficile se non impossibile e in molti casi probabilmente anche non utile. Come in molti altri ambiti anche in cantina la plastica si può gestire in
modo più razionale e virtuoso, aumentando le filiere del recupero e del riciclo, favorendo l’uso delle plastiche ottenute da fonti rinnovabili (le
cosiddette bioplastiche prodotte a partire dalle biomasse vegetali) o riducendone l’uso laddove esistano delle alternative in grado di assolvere alle
stesse funzioni e con la stessa efficacia. Affrontare il tema della plastica in cantina significa evidenziare quali e quanti materiali plastici si
utilizzano, approfondire i requisiti che questi devono avere e infine capire se e come essi possano essere ridotti, riutilizzati, smaltiti e riciclati
in modo più razionale e sostenibile. L’impatto dei materiali plastici sull’ambiente è infatti legato da un lato al consumo di fonti non rinnovabili
dalle quali questi materiali sono normalmente ottenuti e dall’altro alla scarsissima degradazione alla quale questi vanno incontro nel tempo, con la
conseguenza dell’incremento del volume di rifiuti generati e la loro possibile dispersione nell’ambiente terrestre e marino. In questo senso quindi non
è la plastica in sé a non essere sostenibile o a rappresentare un problema, ma il suo ciclo di vita e soprattutto la gestione del suo fine vita.