ECONOMIA Il calo dei consumi arriva sul mercato mondiale del vino LORENZO BISCONTIN Sempre più bianchi e rosè e sempre meno rossi Tra le tendenze di consumo determinate dal comportamento dei consumatori e i flussi di scambi sul mercato internazionale del vino si verifica normalmente un ritardo di qualche mese, dovuto al livello di scorte presenti nella filiera distributiva. Questo ritardo è stato alterato dal fenomeno della pandemia che ha azzerato le vendite del canale HORECA per lunghi periodi nel 2020 e 2021, stimolando così nel 2022 una forte domanda da parte degli intermediari commerciali (importatori, distributori, grossisti), sia per far fronte all’improvvisa ripresa dei consumi sia per ricostituire le scorte di magazzino in uno scenario di difficoltà nella catena logistica, che ha portato molti intermediari ad aumentare il livello delle scorte rispetto al periodo pre-pandemico. Si trattava di una situazione congiunturale che prima o poi sarebbe dovuta arrivare necessariamente a confrontarsi con la strutturale diminuzione dei consumi di vino su tutti i principali mercati. Una tendenza che, è bene ricordarlo, è iniziata già prima del COVID-19. Il 2023 sembra essere l’anno in cui i nodi sono purtroppo venuti al pettine. Il “sembra” è doveroso in quanto al momento di scrivere questo articolo i dati disponibili sono aggiornati solamente all’ultimo mese del consumo. Manca quindi l’ultimo trimestre, che ha un peso significativo sui consumi di vino, specialmente per gli spumanti. È però difficile essere ottimisti, considerando che l’andamento negativo del mercato mondiale del vino nel 2023 si è aggravato mese dopo mese. . Figura 1 Esportazioni italiane gennaio-settembre 2023 in hl. Fonte: elaborazione dell’autore su dati ISMEA “Il Commercio estero del vino: gennaio-settembre 2023” A settembre 2023 gli scambi sul mercato mondiale del vino rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso si erano ridotti di circa il 5% a volume e del 4,5% a valore, con sostanziali spostamenti dal vino imbottigliato a quello sfuso per mercati importanti come Germania e, soprattutto, Cina. Questi i numeri delle importazioni dei primi nove mesi del 2023 per i principali mercati (fonte OeMV): USA: -13% a volume e – 6,8% a valore. Germania: +0,9% a volume e -4% a valore. Regno Unito: - 6,6% a volume e +0,8% a valore. Svizzera: - 6,7% a volume e – 4% a valore Canada: -10% sia a volume che valore. Cina: - 27,4% a volume e – 11,2% a valore. Giappone: -12,5% a volume e + 6,5% a valore. . Figura 2 Esportazioni italiane gennaio-settembre 2023 in milioni di euro. Fonte: elaborazione dell’autore su dati ISMEA “Il Commercio estero del vino: gennaio-settembre 2023” In questo scenario difficile l’Italia ha fatto meglio dei concorrenti, mantenendo i volumi di esportazione e riducendo il valore del 2%. Viceversa la Spagna ha perso il 4% a volume e valore, la Francia ha perso l’8,7% a volume e l’1,3% a valore; peggio hanno fatto i produttori del Nord e Sud America con cali a volume superiori al 30%, mentre l’Australia limita le perdite con il - 5,6% a volume e il – 9,7% a valore. Le figure 1 e 2 mostrano l’andamento delle esportazioni italiane nei primi nove mesi per tipologia e denominazione, rispettivamente a volume e valore. Già a volume si nota la fortissima prevalenza nelle esportazioni dei vini DOP e IGP, predominio che diventa ancora maggiore nei dati a valore. In termini prospettici però è più interessante guardare alle tendenze delle esportazioni riportate in . Qui il dato più rilevante è la crescita dei vini frizzanti in tutte le categorie, ad esclusione dei vini IGP. Inoltre per DOP e vini comuni è aumentato anche il prezzo medio all’esportazione. figura 3 . Figura 3 Andamenti delle esportazioni italiane gennaio-settembre 2023. Fonte: elaborazione dell’autore su dati ISMEA “Il Commercio estero del vino: gennaio-settembre 2023” SEMPRE PIÙ BIANCHI E ROSÈ E SEMPRE MENO ROSSI Recentemente L’OIV – Organizzazione Internazionale delle Vite e del Vino - ha pubblicato uno studio su produzione e consumo di vino per colore nel periodo 2000-2021 dove si rilevano alcune tendenze particolarmente significative (da notare che l’analisi considera tutti i tipi di vino: fermi, frizzanti e spumanti): La produzione mondiale di vino bianco ha superato costantemente quella di vino rosso a partire dal 2013. L’aggregato bianchi+rosati è stato superiore ai vini rossi per tutto il periodo. Nel periodo la produzione complessiva di vino è diminuita di circa sei milioni di ettolitri, aumentando il peso dei vini bianchi (dal 45,6% al 49,3% del totale) e dei rosati (dal 6,8% all’8,1% del totale) mentre è diminuito quello dei vini rossi (da 47,6% a 42,6%). Negli ultimi vent’anni la produzione complessiva di vino in Francia si è ridotta di oltre 1/3, ovvero di 20 milioni di hl. I principali paesi produttori di vino rosso nel 2021 sono stati Italia, Spagna e Francia, ma tutti i paesi in cui si è assistito a una crescita nella produzione di vino rosso sono extra europei. Negli ultimi vent’anni la Francia ha ridotto la produzione di vino rosso di circa il 50%, l’Italia di circa il 20% e la Spagna è rimasta stabile. I principali paesi produttori di vino bianco sono Italia, Francia e Spagna. Quelli in cui si è verificata la maggior crescita % di produzione sono Cile (quasi +200%), USA (+39,6%) e Italia (+17,9%), seguono Sud Africa e Australia; stabile la Spagna e in leggero calo la Francia. I principali paesi produttori di vino rosato sono Francia, Spagna, USA e Italia. Quelli con la maggior crescita produttiva percentuale sono Cile, Sud Africa, Francia, Portogallo, Australia e USA. In leggero calo l’Italia. A livello di consumo il vino rosso è tendenzialmente in calo dal 2007, con una accelerazione della tendenza dal 2018. Viceversa il vino bianco è in crescita ma rimane comunque inferiore a quello rosso per 12 milioni di hl (100 vs 112 milioni hl). Il consumo di vino rosato nel periodo è cresciuto da 20 a 23 milioni di hl e l’aggregato bianco+rosato ha superato il rosso dal 2017 in avanti. Nel periodo il consumo complessivo di vino è aumentato da circa 230 a circa 235 milioni di hl. Le quote di consumo per colore nel 2021 quindi sono state: rosso 47%, bianco 43%, rosato 10%. I principali paesi consumatori di vino rosso sono USA, Cina, Germania, Francia e Italia. I paesi con la maggior crescita % di consumo di vino rosso sono stati Cina e USA, seguiti da Russia e Brasile. Stabile il Regno Unito mentre la Francia ha ridotto i consumi del 40%, l’Italia del 30% e la Spagna del 20%. I principali consumatori di vino bianco sono USA, Italia, Germania, Francia e Regno Unito. Quelli con il maggior incremento % di consumo di vini bianchi sono Russia, USA, Australia, Regno Unito e Germania. Stabile l’Italia, in calo Francia, Romania, Spagna e Argentina. I principali paesi consumatori di vino rosato sono Francia (dove rappresenta oltre il 30% del consumo totale di vino), USA, Germania, Regno Unito e Italia. Le maggiori crescite % di consumo di vino rosato si sono realizzate in Regno Unito, Sud Africa, Russia, Belgio, Paesi Bassi. Rispetto al picco di massimo del periodo, nel 2021 la Francia aveva diminuito i consumi di circa 10 milioni di hl, la Cina di 7, Italia, Spagna ed Argentina di circa 4 ognuna. Pur partendo da numeri relativamente bassi, si tratta di un segnale che invita a non sottovalutare questa tipologia nelle strategie future delle cantine. Il forte calo percentuale dei vini spumanti IGP in realtà è poco rilevante, considerati i bassissimi numeri di partenza (38.600 hl per 11 milioni di euro). Per quanto riguarda le destinazioni dell’export di vino italiano, nel grafico 4 sono riportati il volume d’affari e la relativa variazione % per i primi 10 mercati di esportazione. Preoccupano le variazioni negative di tutti i mercati extra-europei, USA in primis, e va ricordato che il dato positivo della Germania è determinato dalla crescita del vino sfuso mentre quello imbottigliato cala. Continua invece la tendenza positiva dei vini italiani in Francia, guidati dalle esportazioni di Prosecco. Nel 2023 si sta consolidando uno scenario di cambiamenti strutturali nei comportamenti di consumo del vino a livello mondiale, i cui primi segnali si erano visti già prima della pandemia COVID-19. Scenario confermato anche dalle previsioni su produzione e consumi di vino fino al 2035 pubblicate dalla Commissione Europea lo scorso dicembre e riportate in Perché le previsioni negative ad oggi non si confermino in futuro è necessario che si realizzino cambiamenti strutturali anche dal lato della proposta offerta da cantine, consorzi e tutte le istituzioni del settore vitivinicolo. Cambiamenti che rispettino le preferenze dei diversi segmenti di consumatori, nei diversi momenti di consumo, guardando in modo più “laico” alle innovazioni di packaging, di stile organolettico e soprattutto che siano capaci di connettere emotivamente il vino e i suoi marchi con persone che hanno i più diversi atteggiamenti nei confronti di questo prodotto. tabella 1. Figura 4. Esportazioni italiane a valore gennaio-settembre 2023 (variazione % sulla colonna di destra). Fonte: elaborazione dell’autore su dati ISMEA “Il Commercio estero del vino: gennaio-settembre 2023” . Tabella 1 Previsioni di produzione e consumo di vino nell’Unione Europea. Fonte: elaborazione dell’autore su dati Commissione UE – Agricultural outlook 2023-2035.