ECONOMIA

Il calo dei consumi arriva sul mercato mondiale del vino LORENZO BISCONTIN

Sempre più bianchi e rosè e sempre meno rossi

Tra le tendenze di consumo determinate dal comportamento dei consumatori e i flussi di scambi sul mercato internazionale del vino si verifica normalmente un ritardo di qualche mese, dovuto al livello di scorte presenti nella filiera distributiva. 

Questo ritardo è stato alterato dal fenomeno della pandemia che ha azzerato le vendite del canale HORECA per lunghi periodi nel 2020 e 2021, stimolando così nel 2022 una forte domanda da parte degli intermediari commerciali (importatori, distributori, grossisti), sia per far fronte all’improvvisa ripresa dei consumi sia per ricostituire le scorte di magazzino in uno scenario di difficoltà nella catena logistica, che ha portato molti intermediari ad aumentare il livello delle scorte rispetto al periodo pre-pandemico. Si trattava di una situazione congiunturale che prima o poi sarebbe dovuta arrivare necessariamente a confrontarsi con la strutturale diminuzione dei consumi di vino su tutti i principali mercati. Una tendenza che, è bene ricordarlo, è iniziata già prima del COVID-19. 

Il 2023 sembra essere l’anno in cui i nodi sono purtroppo venuti al pettine. Il “sembra” è doveroso in quanto al momento di scrivere questo articolo i dati disponibili sono aggiornati solamente all’ultimo mese del consumo. Manca quindi l’ultimo trimestre, che ha un peso significativo sui consumi di vino, specialmente per gli spumanti. È però difficile essere ottimisti, considerando che l’andamento negativo del mercato mondiale del vino nel 2023 si è aggravato mese dopo mese.