ECONOMIA

Enoturismo o enoturismi? Azienda, filiera, territorio FILIPPO MORESCHI, Foro di Mantova

La parola “enoturismo” ha più significati, tutti collegati tra di loro eppur tra loro diversi

La Legge di Bilancio 2018 definisce enoturismo “tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni vinicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine” (art. 1, comma 502).
Sulla pur scarna disciplina legislativa nazionale (il citato comma 502, e i successivi commi da 503 a 505), si è innestato prima il decreto del 12/03/2019 dell’allora Ministero delle Politiche Agricole - oggi MASAF (Linee Guida ed indirizzi in merito ai requisiti ed agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica), e, a seguire, la legislazione regionale. Ad esempio, la Lombardia ha dapprima istituito l’elenco regionale degli operatori che svolgono attività enoturistiche, delineando il sistema dei controlli (art. 160 e 161 della Legge Regionale 31/2008, così modificati nel 2019), e poi regolamentato i corsi di formazione (non obbligatori) all’esercizio dell’attività enoturistica (Regolamento regionale n. 5/2020, art. 17). Si inserisce in questo quadro anche il recente Protocollo di Intesa sulla Vendemmia turistica, siglato nel luglio del 2023 tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Associazione Nazionale Città del Vino. Le norme citate sposano dunque il concetto di enoturismo come turismo tematico, che pone al centro dell’attenzione il vino e la sua produzione. Ma rientra nel concetto più ampio di enoturismo anche quel “filo” che lega l’azienda vitivinicola al luogo in cui essa si trova.
In questo caso il termine “enoturismo” si appropria di significati nuovi, arrivando a comprendere un “sistema” nel quale la vitivinicoltura è solo uno degli elementi di una più vasta offerta, che parte dall’azienda vitivinicola per toccare l’intera filiera del vino, le produzioni tipiche agroalimentari del territorio diverse dal vino e, infine, l’intero territorio geografico, per tutti coloro che insieme al vino e al cibo, o grazie al vino e al cibo, scoprono natura, cultura, arte, storia, sport, in sintesi, l’identità più profonda di una località o di una regione. Se la sfida dell’enoturismo è dunque “fare sistema”, è necessario capire come questo possa avvenire.