2/2022 di MICHELE VIGASIO VITICOLTURA 4 Insetti dannosi vecchi e nuovi: conoscenze e strategie Il progresso della conoscenza è sempre fondamentale per reinterpretare l esperienza maturata nell approccio alle diverse problematiche in vigneto, tanto più quando queste sono complesse come nel caso della lotta insetticida, che deve al tempo stesso essere efficace e poco impattante sull ambiente. Un tema che Vignaioli Piemontesi ha voluto fare suo nell incontro dal titolo Insetti nocivi nel vigneto: strategie di controllo nel quadro di una viticoltura di precisione , tenutosi il 21 aprile scorso a Castagnito (CN) e che ha visto la partecipazione di relatori qualificati e attivi nel campo della ricerca e del monitoraggio, oltre che più di un centinaio di partecipanti, tra i quali numerosi tecnici esperti che hanno contribuito a un dibattito intenso e costruttivo. In questo articolo si riportano alcuni tra i passaggi più importanti emersi nel corso degli interventi, rimandando i lettori che fossero interessati ad approfondire al canale YOU Tube di Millevigne per la visione delle relazioni. https://bit.ly/37KAFXU LA FLAVESCENZA DORATA E SCAPHOIDEUS TITANUS, L IMPORTANZA DEL MONITORAGGIO E DEGLI INTERVENTI Presente in Piemonte dal 1998 e poi esplosa a partire dall area del Tortonese (AL) nel 1999, la flave- scenza dorata, causata dal fitoplasma 16SrV trasmesso dal suo vettore principale Scaphoideus titanus, è probabilmente una delle emergenze più gravi ed estese che produttori, ricercatori e servizi fitopatologici regionali si sono trovati ad affrontare negli ultimi decenni. Ne hanno parlato nella prima sessione della giornata Giovanni Bosio, Paola Gotta e Chiara Morone del Servizio Fitopatologico della Regione Piemonte, Alberto Alma del DIVAPRA Università di Torino, Alberto Gelmetti della Fondazione Edmund Mach (TN) e Martino Salvetti della Fondazione Fojanini di Studi Superiori (SO). Schaphoideus titanus, ha ricordato Alberto Alma, è un insetto di provenienza esotica, monofago su genere Vitis, monovoltino e con elevata capacità di trasmissione del fitoplasma da vite a vite. Non l unico tuttavia in quanto altri aspiranti vettori , come Orienthus ishidae e Ghaphocephala fennahi sono stati identificati e studiati, per la capacità di acquisire il fitoplasma e per l efficacia nel processo di trasmissione che, soprattutto per il secondo, sembrerebbe molto marginale. Importante distinguere poi tra insetto infetto dal fitoplasma e insetto infettivo ricordando, ha continuato ancora Alma, che l infezione e la diffusione sono prerogativa degli adulti, che volando diffondono più rapidamente la malattia acquisita dalle viti malate a quelle sane. Dopo l acquisizione del fitoplasma sono necessarie infatti dalle quattro alle cinque settimane perchè esso migri, attraverso l apparato digerente, nell emolinfa e quindi nei dotti salivari dell insetto, dai quali sarà poi trasmesso alla pianta, un periodo nel quale gli insetti diventano adulti. L infettività è massima a fine estate, per la maggior concentrazione dei fitoplasmi sia nelle viti che negli insetti, con l aggravante della provenienza massiccia di questi anche dalle situazioni di abbandono e dagli incolti con viti selvatiche e rinselvatichite, spesso presenti nelle aree a contorno dei vigneti. Su questo si sono soffermate anche Paola Gotta e Chiara Morone stimolando una riflessione su quale sia il momento più opportuno per eseguire il primo trattamento insetticida obbligatorio nella difesa tradizionale. La fotografia delle dinamiche delle popolazioni, data ormai da più di venti anni di monitoraggi e progetti pilota svolti in Piemonte, permette di fare poi una serie di riflessioni sulla necessità di essere tempestivi dopo i trattamenti con il risanamento (interessanti ad esempio le esperienze di recovery indotto) o l estirpo delle viti sintomatiche, ma anche e soprattutto sul fatto che la gestione e il contenimento debbano essere affrontati con una maggiore logica di territorio, in modo condiviso da tutti i soggetti che vi operano: aziende, strutture di assistenza e di controllo, Comuni e Regioni. Sul fronte insetticidi a disposizione per la lotta al vettore Giovanni Bosio ha riportato l estensione su vite in difesa integrata del Sulfoxaflor. La necessità di ridurre l impatto dei trattamenti comporta una complessità sempre maggiore, data anche dalla scarsa efficacia e dai limiti delle sostanze attive disponibili per la difesa biologica. In modo particolare il piretro, essendo fotolabile e dotato di ampio spettro di azione, rappresenta