

EDITORIALE
Scende la pioggia (ma che fa)
Mentre scriviamo l’emergenza del clima si sta prepotentemente facendo sentire in alcune regioni, come Piemonte e Lombardia, con un allarme siccità
sempre più prolungato, mentre in Emilia Romagna allagamenti e frane hanno causato nuove vittime; a queste famiglie va tutta la nostra vicinanza.
Paesi evacuati, strade interrotte, ma anche danni ingenti a vigneti, frutteti e seminativi già pesantemente martoriati dalle gelate tardive. Alluvioni e
rischio desertificazione sono fenomeni estremi sempre più frequenti, entrambi riconducibili alla crisi climatica. A tutto ciò aggiungiamo che l’Italia
proprio per la sua conformazione è un paese a rischio idrogeologico elevato. Contro l’emergenza idrica non basta invocare interventi strutturali come la
costruzione di bacini per il recupero dell’acqua piovana ma occorre lo sviluppo di una “cultura della prevenzione” e di una forma mentis aperta ai
cambiamenti, con la realizzazione di una vera e propria politica del territorio, programmata e lungimirante sia in ambito agricolo che urbano. Sono
molte le opportunità che possono avere gli agricoltori per attuare una gestione del suolo virtuosa e votata alla conservazione della sostanza organica
che è quella che contrasta il compattamento e il degrado del terreno, rendendolo meno esposto a frane e smottamenti. Parimenti in vigneto contro gelate
tardive e stress idrici la ricerca mette in campo soluzioni e progetti che richiedono un cambiamento di mentalità e di azione: noi abbiamo voluto
presentarvene diversi ed è anche per questo che il numero estivo si presenta con ben 72 pagine.
Contro i problemi legati al gelo primaverile e agli stress termici viene in soccorso l’irrigazione climatizzante, di cui parla Davide Modina del
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli studi di Milano presentando i risultati delle prove svolte in Lombardia. Per
contrastare gli stress estivi un aiuto può essere trovato nel caolino (interessante anche per i costi contenuti) in una ricerca sull’utilizzo che
trovate presentata in modo chiaro e pratico da Tommaso Frioni e i suoi colleghi dell’Università di Piacenza. Anche le operazioni di diradamento e
cimatura vanno completamente ripensate e su questo presentiamo i primi risultati delle prove svolte nei vigneti del Piemonte da Isabella Ghiglieno
dell’Università di Brescia in collaborazione con l’Università di Milano e con Vignaioli Piemontesi.
Gli studi che sono stati portati avanti per capire meglio come effettuare la potatura verde e la defogliazione hanno permesso di migliorare anche le
macchine deputate agli interventi, nonché la gestione in toto del vigneto, compresa la valutazione della maturazione delle uve. In un sistema teso alla
sempre migliore gestione delle risorse, i sistemi agro-voltaici possono diventare una risorsa non solo per la produzione di energia, ma anche per la
gestione del vigneto, mitigando con l’ombreggiamento i pericoli di stress idrico a cui è sottoposta la pianta e nello stesso tempo modificando alcune
caratteristiche delle uve che conducono a una gestione enologica differente e moderna.
In ciascun caso ciò che viene in aiuto è il mindset, il cambiamento del modo di pensare e realizzare le tecniche agrarie per cui anche la
gestione del suolo va rimodulata, mettendo in atto tecniche che preservino la copertura erbacea limitando le lavorazioni del terreno responsabili del
ruscellamento dell’acqua piovana e dell’impoverimento del terreno con la conseguente sua fragilità.
Come dovrebbe insegnarci l’economia circolare le azioni da fare devono essere essenzialmente tese a non sprecare, al riutilizzo e al recupero delle
risorse: la fitodepurazione che consente il recupero in modo sostenibile delle acque reflue della cantina, descritta nell’articolo di Mario Malagoli
dell’Università di Padova ne è un esempio. Tutto ciò comporta anche un ripensare il modo di coltivare, il privilegiare coltivazioni che richiedano meno
acqua, per evitare che in futuro a causa dell’aumento dei costi ci siano fasce di popolazione che non potranno più permettersi un’alimentazione
adeguata.
Basta con l’“ognuno pensa solo a se stesso”: siamo tutti chiamati a orientare la nostra visione d’insieme e a ripensare le nostre azioni e i nostri
comportamenti perché soltanto in questo modo garantiremo un futuro a figli e nipoti.
Monica Massa