VITICOLTURA

Un approccio tecnico all’uso del caolino per contrastare gli stress estivi in vigneto TOMMASO FRIONI, PIER GIORGIO BONICELLI, LEONARDO CUNIAL, DESPINA MARIA BARMPA, MATTEO GATTI, STEFANO PONI. Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza

Tra gli interventi di adattamento di breve termine per contrastare l’effetto degli stress estivi l’uso del caolino trova particolare interesse per semplicità, costi contenuti e flessibilità di intervento. La sua efficacia tuttavia è legata alla qualità dei preparati utilizzati e alle modalità di applicazione

Gli stress estivi sono ormai un fenomeno che interessa ogni anno in forma e intensità differente i vigneti italiani. La siccità, storicamente un problema ristretto agli areali vitivinicoli meridionali, oggi colpisce con particolare intensità anche la pianura padana e la collina settentrionale. Indipendentemente dall’andamento pluviometrico, l’aumento delle temperature medie accresce le esigenze idriche annuali del vigneto, comporta un anticipo delle fasi fenologiche ed espone le chiome e le uve a condizioni estreme. Quando periodi siccitosi, temperature particolarmente elevate e stress radiativi (UV-A e UV-B) si verificano in simultanea, il vigneto è soggetto agli stress multipli estivi (Palliotti et al. 2014). I tre fenomeni hanno infatti un’azione sinergica, e se si verificano sincronicamente si assiste alla tipica sintomatologia su chiome e grappoli, in funzione della loro severità e delle caratteristiche del vigneto. La riduzione dell’attività fotosintetica e l’elevata degradazione degli acidi organici sono sintomi ormai comuni di stress estivi di moderata entità. Al persistere o all’aggravarsi di condizioni limitanti per periodi anche brevi, si può giungere in poco tempo alla chiusura stomatica, la comparsa di ingiallimenti e necrosi delle foglie, problemi nella maturazione fenolica e aromatica, scottature e disidratazione dei grappoli, fino alla non-vinificabilità delle uve (Palliotti et al. 2014, Poni et al. 2018).