L’integrazione degli impianti fotovoltaici su suolo agricolo è uno dei tasselli del percorso per la realizzazione di infrastrutture energetiche
sostenibili. Una soluzione emergente prevede di realizzare sistemi cosiddetti “agro-voltaici”, ovvero impianti fotovoltaici che, ancorché collocati a
terra, consentano di preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale garantendo, al contempo, una buona produzione
energetica da fonti rinnovabili. A riguardo, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è prevista una specifica misura con risorse
pari a circa 1,1 miliardi di EUR destinate a finanziare a fondo perduto il 40% dei costi ammissibili per la realizzazione degli impianti agro-voltaici,
oltre a una tariffa incentivante per l’energia prodotta e immessa in rete.
Il decreto trasmesso dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) alla Commissione Europea punta a installare almeno 1,04 GWp
agro-voltaici entro la metà del 2026. Di questi, 300 MWp sono riservati al solo comparto agricolo per impianti fino a 1 MWp mentre la restante parte è
aperta anche alla partecipazione di altre imprese e senza limitazione di potenza.
L’obiettivo è quello di sperimentare le modalità più avanzate di realizzazione di tale tipologia di impianti e monitorarne gli effetti tenendo conto
delle regole dettate dall’Unione europea per i sostegni economici previsti dalla PAC, la Politica Agricola Comune (regolamento UE n. 1307/2013).