VITICOLTURA

Come (e perché) misurare la biodiversità in vigneto

Se gli obiettivi e le certificazioni di sostenibilità sono diventate concetti abbastanza diffusi anche in viticoltura, la necessità di adottare soluzioni e approcci di tipo agroecologico, tute- lando la biodiversità, il paesaggio e il suolo, lo sono sicuramente meno

di ALESSANDRA BIONDI BARTOLINI

Nello studio, nella ricerca e nella scelta delle tecniche colturali, lo sguardo non può più limitarsi alla vite e ai suoi rapporti con il suolo, il clima e le fitopatie. Si tratta, come avviene da sempre nella ricerca svolta in ambito ecologico e applicata agli ecosistemi naturali, di allontanare lo sguardo e comprendere la diversità e il ruolo di tutti gli elementi, le specie erbacee, gli alberi, gli insetti e i microrganismi del suolo e della pianta, che con le viti stabiliscono relazioni e che con esse occupano gli spazi ecologici presenti anche in un sistema antropizzato come è quello di una coltura specializzata.
Per spiegare come ci si avvicina, si valorizza, si trasferisce, si misura e infine si certifica la biodiversità in vigneto, abbiamo visitato l’azienda Vecchie Terre di Montefili di Panzano in Chianti Classico, impegnata da diversi anni in questo percorso che molto presto si è incrociato con quello di Stefano Amadeo e dei professionisti di Vitenova e che nel 2022 è stata una delle prime aziende italiane a ottenere la certificazione Diversity Ark.