I VINI ITALIANI IN COREA Vediamo le performance dei vini Italiani nel mercato coreano. Per poterne parlare, vi presento alcune statistiche e grafici relativi all’importazione dei vini italiani nel mercato coreano. L’autore delle statistiche è , giornalista nel settore del vino ed esperto del mercato dei vini in Corea, che dal 2013 pubblica il rapporto annuale dell’importazione dei vini ( ). Jeong ha estratto specificamente per noi dal database complessivo (Jeong, 2023) i dati che presento in questo articolo, e che quindi vanno intesi come comunicazione personale. Nel 2023, sono stati importati vini italiani per un totale di 82.456 hl, pari a un valore commerciale di 67.336.124 dollari ( ). Questo volume è sceso del 31,66% rispetto all’anno precedente, mentre il valore commerciale è calato del 21,27%. Un dato interessante, andando a guardare solo il volume, riguarda la classifica delle nazioni: l’Italia si colloca al terzo posto, quindi nei top 3, con una percentuale del 16,82%, dopo il Cile e la Francia. Invece, guardando il valore, l’Italia è sempre al terzo posto, ma con il 13,89%, dopo la Francia e gli Stati Uniti. Guardando ai vini di prezzo di fascia più elevata dei mercati di alta qualità in tale classifica, la somma dei top 3 (Francia, USA e Italia) si attesta al 71,59% sul totale dei vini importati. Si può fare una previsione positiva sull’andamento dei consumi del vino? Dal quarto trimestre del 2023 si sono evidenziati dei segnali di ripresa dei consumi ( ). Osservando quanto accaduto nell’anno 2008, in cui il consumo di vino era crollato per colpa della grave crisi finanziaria, e ci erano voluti quasi 2-3 anni per recuperare il livello del consumo degli anni precedenti, si può prevedere che il mercato del vino si riprenderà nel 2025. È interessante notare che, oggigiorno, i coreani stanno cercando sempre di più vini di alta qualità, al contrario di quanto avveniva fino a qualche anno fa, quando compravano vini di qualità medio-bassa, che vuol dire che il prezzo di una bottiglia si aggirava sui 10000-15000 won (7-10 euro). Adesso i gusti sono cambiati e i coreani vogliono assaggiare vini più raffinati, il che si traduce in un prezzo per bottiglia di oltre 50 mila won (oltre 40 euro). Jeong consiglia quindi di puntare sulle fasce alte, considerando che nei vini di fascia bassa rientrano i vini cileni e spagnoli, che fanno forte concorrenza agli italiani. Inoltre, i coreani da anni prediligono i vini rossi ma negli ultimi anni le preferenze sulla tipologia del vino stanno cambiando e i consumatori si stanno orientando di più verso i bianchi. Nel 2023 i rossi sono rimasti al primo posto, con una quota di mercato del 60%, seguiti dai bianchi al 40%. La categoria dei bianchi comprende sia i bianchi fermi che gli spumanti, che si ripartiscono la quota al 50%. I bianchi e gli spumanti sono cercati in particolare dalle donne, le quali preferiscono soprattutto i vini fermi bianchi con struttura media e buona freschezza. Nella categoria dei bianchi il primo posto spetta ai vini italiani con una quota del 18%, seguiti da Francia, Nuova Zelanda e Cile (sul 15~16%). Il vitigno bianco preferito è il Sauvignon blanc. A questo punto, per favorire un’ulteriore crescita occorre pensare a nuove strategie basate anche sui prezzi, soprattutto considerando che i vini bianchi generalmente costano meno rispetto ai rossi. Possiamo dire quindi che il picco del consumo del vino verificatosi nel biennio 2020-2021 è stato un’anomalia in quanto, grazie agli acquisti dei millennial, è salito il consumo di vino, soprattutto di quello nella categoria di prezzo basso, e questo è stato un fattore decisivo per l’innalzamento del consumo medio. Tuttavia, guardando i grafici dei consumi del vino in Corea, si vede che i valori annuali oscillano, ma il grafico del consumo di vino sul lungo termine dimostra che l’importazione mediamente è in aumento ( ). Un altro fattore importante che sta rallentando la ripresa dei consumi nel 2023 è stato che gli importatori di vino hanno ordinato i vini basandosi sulle vendite più elevate del 2022 e a causa delle minori vendite, i vini sono ancora rimasti nei magazzini. Anche se i vini in magazzino sono quelli appartenenti alle categorie con prezzi bassi, se gli importatori non riescono a smaltirli diventa per loro difficile acquistarne degli altri. L’ultimo punto che ha citato è questo: in Corea, i consumatori tendono a identificare l’immagine collettiva di una nazione con l’origine dei vini. Questo vale in particolare nel settore del turismo. Le tre destinazioni turistiche principali sono la Francia, l’Italia e gli Stati Uniti. Sopra ho detto che proprio queste nazioni sono anche le prime tre relativamente ai valori di importazione dei vini. L’immagine collettiva dell’Italia potrebbe quindi essere un fattore importante e determinante affinché il nostro paese possa rimanere nei primi tre e magari migliorare la sua posizione. Quindi, nel prossimo futuro, quanto meno su un periodo di medio-lungo termine, se l’Italia vorrà mantenere lo stesso posto, secondo Jeong, i produttori italiani di vino dovrebbero, come già avviene per l’alta moda, progettare di promuovere in Corea i vini come dei prodotti griffati che caratterizzano la loro identità, concentrandosi soprattutto sui vini di qualità alta che adesso sono i più ricercati. Jeong Hwi Woong wine market analysis figura 1 figure 2 e 3 figura 1 Jeong Hwi Woong Figura 3. Andamento dei valori commerciali dei vini italiani negli ultimi 2 anni sul mercato coreano - Fonte: Jeong Hwi Woong, comunicazione personale