CULTURA E SOCIETÀ

Il Bacco e la natura morta non sono così distanti

L’invito di Cecilia Cosci a ripensare i grandi classici della pittura

STORIA DI COPERTINA di MONICA MASSA

Cecilia Cosci è una fiorentina doc e probabilmente il suo amore per un certo tipo di espressione artistica che oggi la caratterizza ma che per parecchio tempo ha tenuto nascosto le deriva proprio dai suoi natali, dal suo respirare e inebriarsi ogni giorno della ricchezza artistica della città del Giglio che l’ha accolta dal 1973.
Laureata in storia dell’arte, Cecilia prima di dedicarsi all’insegnamento, che svolge tuttora presso il liceo artistico di Firenze, è stata redattrice per il canale televisivo TMC2 e per la rivista Art e Dossier della casa editrice Giunti. Un’attività, quella per Art e Dossier, che l’ha portata a guardare l’arte come qualcosa di molto intimo e che ben si presta alle reinterpretazioni, attraverso le centinaia di cartoline e inviti che arrivavano ogni mese alla redazione per segnalare mostre o eventi in Italia e all’estero, destinati a finire nel cestino della carta e che Cecilia invece desiderava “recuperare e riutilizzare”.
“Pagine e pagine di stampe e riproduzioni di dipinti dei grandi maestri del Rinascimento o contemporanei acquisite dalla storia dell’arte, che finivano nello sgabuzzino. Ogni foglio stampato era come un forziere dimenticato e a me spiaceva che una tale ricchezza di contenuti potesse andare sprecata se non addirittura gettata via” ci racconta Cecilia, incontrata nel suo atelier di Via del Leone, lungo la “rive gauche” dell’Arno, tra Ponte alla Carraia e Ponte alle Grazie, il quartiere di San Frediano un tempo animato da tante botteghe artigiane e che ancora oggi è la zona di riferimento del cuore pulsante artistico e creativo della città di Firenze.

Cecilia Cosci
Cecilia Cosci