Economia La nuova giovinezza del BARDOLINO S pira un aria nuova sulla sponda veronese del Lago di Garda. Una brezza piacevole che profuma di nuova fioritura: quella che sta conoscendo il suo vino più rappresentativo, il Bardolino. Erano anni che si attendeva questa rinascita. L aspettavano i produttori più avveduti e ostinatamente attaccati a un modello di Bardolino più tipico e meno modaiolo, ma ancor di più l aspettavano i consumatori. Smaltita la sbornia da vini internazionali neri come l inchiostro, concentrati, legnosi e superalcolici, degustabili ma poco o nulla bevibili, appassionati della prima e dell ultima ora avevano ricominciato a guardarsi intorno, alla ricerca di vini in grado di accompagnare degnamente anche il pasto di mezzogiorno, senza metterti fuori uso per le due ore successive. E il Bardolino sembrava possedere tutti i requisiti per candidarsi a vino della tavola ideale... Certo, i trend di consumo sono importanti, ma non bastano. Per rispondere con successo ad una domanda di mercato più o meno espressa, è necessario che gli attori della filiera siano pronti a offrire a prezzi coerenti vini di una qualità percepita (e non solo... dichiarata tale). Vini identificabili senza troppo sforzo anche con il territorio d origine, che nell immaginario di milioni di persone, italiane ma soprattutto straniere, fa rima con sole, vacanza, bei paesaggi e buoni piatti. Ecco, il Bardolino sta tornando ad essere anche questo: un bicchiere di bei ricordi. Di questo ritorno di fiamma nell interesse delle persone, ma anche di una nuova presa di coscienza nei produttori di questo vino, abbiamo parlato con uno dei maggiori esperti di Bardolino e di vini gardesani (e non): il giornalista enogastronomico Angelo Peretti, direttore della testata online Internet Gourmet e responsabile della comunicazione del Consorzio di Tutela del Bardolino. Sono anni che segui il Bardolino: da dove viene, dove sta andando? Da dove viene? Da un grande passato. Il Bardolino è stato uno dei primi vini italiani ad assumere una specifica identità, ben prima che nascessero le doc, come attesta anche Giovanni Battista Perez (ma non solo lui) nel suo preziosissimo volumetto La Provincia di Verona e i suoi vini , Prezzi: i produttori non ridono ancora di ELISABETTA TOSI edito nel 1900 e di recente salvato in versione digitale dalla Cantina sociale di Castelnuovo. Secondo la sua descrizione, i vini dell area del Bardolino, già allora perfettamente circoscritta, erano di tinta rosso-chiara; grati al palato, non pesanti allo stomaco e poi salatini , cioè piuttosto freschi. Esattamente come appaiono oggi le migliori espressioni del territorio. Come spiegare allora la disaffezione e l oblio che questo vino sembra aver subito per tanti anni? La crisi di identità va attribuita molto probabilmente a due diverse fasi. La prima, fra gli anni Settanta ed Ottanta, è legata alla continua e apparentemente inarrestabile espansione del turismo gardesano, che di fatto forniva un mercato facile e di bocca buona , che non ha stimolato una ricerca di maggiore qualità. La seconda, ben più insidiosa, si è manifestata negli anni Novanta, quando il boom internazionale dei vini più potenti, concentrati, carichi di colore, spesso basati su vitigni internazionali, indusse a seguire quella via, snaturando la tipicità locale, nella convinzione che un imitazione stilistica dei vicini vini rossi della Valpolicella potesse in qualche maniera dare nuove chance anche al Bardolino. Fu invece un errore, da cui solo ora ci si rialza: guarda caso, la ripresa coincide con un deciso ritorno ai caratteri di tipicità storici della denominazione. Il Bardolino Superiore è stato il primo vino rosso del Veneto a ricevere la Docg. E un riconoscimento importante, che lo accomuna ai più grandi vini italiani... Come mai nessuno se n è accorto? La rincorsa alla Docg trova probabilmente ragione in quel che è accaduto a livello internazionale negli anni Novanta di cui abbiamo appena parlato, e cioè il successo dei vini scuri, concentrati, potenti. I produttori della zona del Bardolino si trovarono spiazzati e pensarono che la soluzione fosse quella di seguire la strada in quel momento di successo, e dunque puntarono sulla tipologia Superiore, facendo affidamento sulla coltivazione della vite a filare, su minori rese per ettaro e soprattutto su vini di maggiore Anche se l assenza di stock invenduti è certamente una buona notizia per tutti, il Rinascimento del Bardolino per ora non è troppo avvertito nelle tasche dei produttori. I prezzi dell uva nella vendemmia 2009 e nelle due precedenti sul mercato libero si sono attestati sui 30 euro al quintale per la DOC, da 30 a 35 per il Bardolino Classico con punte di 40 o poco più. Il Superiore rappresenta meno dell 1% e non fa testo, comunque non supera in genere i 45 euro. I massimali di produzione sono di 130 q.li ad ettaro con possibile supero del 20%, pagato di norma intorno alla metà della DOC. Ne deriva una produzione lorda vendibile per ettaro che in genere non arriva a 5000 euro ai massimali consentiti (e spesso raggiunti). Nella realtà però vi sono cantine cooperative che pagano meglio (la cantina di Castelnuovo del Garda ha pagato intorno ai 40 euro il B. classico di grado medio di cantina, dati 2007), e lo stesso vale per cantine private che hanno contratti consolidati di fornitura con viticoltori di qualità. Bisogna inoltre considerare che i vigneti sono per lo più pianeggianti, quindi i costi di produzione sono inferiori rispetto ad altre realtà italiane. 22
La nuova giovinezza del Bardolino, di Elisabetta Tosi