Viticoltura Non solo RAME e ZOLFO per il vigneto Bio di RUGGERO MAZZILLI www.viticolturasostenibile.it P eronospora, oidio, tignole, ragnetti sono alcuni dei tanti problemi che attanagliano i viticoltori e che, per non scatenare una guerra mondiale nel vigneto, non vanno affrontati singolarmente ma nell'insieme. Ogni anno si fa il massimo per proteggere il raccolto e lo si può fare in un ottica mirata a ridurre gli sforzi (e le incertezze) di stagione in stagione. Come tutti i bravi vignaioli sanno, il trattamento fitoiatrico rappresenta l'ultimo atto della difesa del vigneto, che si basa anche sulle corrette pratiche agronomiche. In particolare i produttori bio sono fortemente impegnati nel mettere in atto strategie colturali in grado di aumentare la resistenza delle piante e diminuire la virulenza dei patogeni. Perché le malattie colpiscono anche quando tutto ciò viene fatto con la massima diligenza? Per trovare una spiegazione bisogna distinguere le cause dagli effetti e la prima considerazione da fare è che il vigneto, come tutte le monocolture, è sul piano ecologico un sistema molto debole. Nella monocoltura si semplificano al massimo le catene alimentari: c'è un'unica pianta coltivata che inevitabilmente attira tutti i suoi parassiti per combattere i quali si utilizzano fitofarmaci non sempre selettivi. Per contrastare questo meccanismo va aumentata la presenza spontanea dei limitatori naturali e ciò si ottiene mediante la biodiversità vegetale e la scelta di principi attivi tollerati dalle popolazioni di insetti, acari, funghi e batteri utili. In un suolo lavorato la fertilità biologica è molto bassa mentre una copertura erbacea rivitalizza l'ambiente sia a livello aereo (con più antagonisti dei patogeni) che radicale (le micorrize sono importantissime per la nutrizione e quindi per la resistenza delle piante). Inoltre la presenza di piante erbacee può ostacolare fisicamente la diffusione di alcuni or- Protocollo difesa Bio Le parole chiave sono: - prevenzione (in base a fase fenologica e andamento climatico) - precisione (taratura irroratrice e modalità di distribuzione) - tempestività (organizzazione aziendale e previsioni del tempo) - differenziazione (zonazione in base a suscettibilità varietale e locale). La frequenza dei trattamenti varia in base alla velocità e alla durata di crescita dei germogli (tessuti teneri per più tempo) e all'andamento climatico (virulenza patogeni e dilavamento trattamenti per frequenza-intensità piogge). L'efficacia della difesa dipende molto dalla cura e dalla tempestività con cui vengono fatti gli interventi in verde 6 gani di infezione (es. le oospore di peronospora che schizzando da terra generano le infezioni primarie). Anche l'uso di ammendanti organici (il compost su tutti) stimola, più dei concimi minerali, un agroecosistema più popolato e diversificato dove gli agenti delle malattie trovano meno spazio a loro diposizione (come avveniva nel promiscuo). quindi certo che l'abbondante presenza di "alleati" delle piante e di "sentinelle" contro i patogeni aiuta a ridurre la dipendenza dai trattamenti antiparassitari. Per la viticoltura bio ad oggi non sono ancora disponibili principi attivi in grado di sostituire rame e zolfo in presenza di alte pressioni di peronospora e oidio. Ma se riteniamo di avere a disposizione solo queste molecole siamo portati ad adoperarle più del necessario (anche quando il rischio non è elevato). In effetti con attacchi di virulenza contenuta sono risultati assai interessanti alcuni formulati naturali tra cui vari induttori di resistenza. Quindi se non è ancora pos-