VITICOLTURA A CURA DELLA REDAZIONE A parte la grandine, un ottima annata Resa finale ancora incerta, qualità eccellente L Italia è entrata in vendemmia con un leggero anticipo sulla media grazie ad un estate calda e soleggiata pressoché su tutta la penisola. Le piogge intorno a ferragosto (con un ombrello su alcune aree del versante adriatico) hanno mitigato la siccità che cominciava a preoccupare. Come spesso accade dopo un periodo di calore intenso non sono mancati purtroppo violenti temporali e danni da grandine in diverse regioni. Particolarmente colpite alcune aree del Piemonte e vaste zone della Sardegna e della Campania. Anche a settembre, a vendemmia già iniziata, la grandine è tornata a colpire con forza in Emilia Romagna e Veneto orientale. Danni rilevanti si erano registrati anche nei mesi precedenti, quasi sempre a seguito di periodi di calore intenso, dal Piemonte alla Valtellina fino al Veneto e al Friuli; i fortunali non hanno risparmiato neppure Calabria e Sicilia, colpite soprattutto nel mese di giugno. La grandine tutti gli anni provoca danni sparsi, ma nel 2015 l estensione del fenomeno è stata tale da incidere in modo significativo sulla produzione media italiana e questo è uno dei fattori di incertezza sulla resa finale. Nei vigneti risparmiati dalla grandine (che sono comunque la stragrande maggioranza), il raccolto si annuncia di ottima qualità e in aumento rispetto alle due scorse campagne: le stime di Assoenologi del 29 agosto prevedono un aumento del 10% sul 2014 con una produzione di vino dai 46 ai 47 milioni di ettolitri. Al momento di andare in stampa (siamo a metà settembre) le segnalazioni relative alle vendemmie dei vitigni precoci indicano però, oltre al mancato raccolto dei vigneti danneggiati, una bassa resa in mosto, dovuta a basso peso degli acini, quindi le previsioni 6 potrebbero essere riviste al ribasso; per contro gran parte dell uva è ancora sulla pianta, ci sono state piogge a settembre che avranno l effetto di rimpolpare gli acini, quindi il bilancio finale si farà solo alla fine. Per quanto riguarda la vendemmia in Europa, più o meno simili alle nostre sono le stime francesi, intorno a 46 milioni di ettolitri, con un calo dovuto a siccità nell est (Alsazia e Borgogna). In Spagna si annuncia invece una produzione in diminuzione, dovuta soprattutto alla grande siccità nella più estesa regione produttiva, Castilla La Mancha, con punte di decremento fino al 50%, solo parzialmente compensate dall aumento in altre regioni come la Rioja. Le stime oscillano tra 41 a 42,5 milioni di ettolitri. L eccellente qualità media delle uve in Italia è legata ad un andamento climatico che si può considerare, a parte i già citati casi di vigneti grandinati, pressoché ottimale: abbondanti precipitazioni invernali su tutta la penisola; primavera con una piovosità nella media e piuttosto concentrata come numero di giorni piovosi; estate calda e asciutta; rottura dell alta pressione intorno a ferragosto con precipitazioni più o meno abbondanti e poi nuovamente un periodo di bel tempo, con temperature più fresche e buona ventilazione. Cielo sereno e grande luminosità sono i dati salienti dell estate 2015. La difesa dalle malattie non è stata, in genere, impegnativa. In particolare laddove esistono sistemi di monitoraggo climatico e si utilizzano buoni modelli previsionali si è potuto risolverla con pochissimi trattamenti, ottenendo come risultato una sanità delle uve eccellente, quale non si vedeva da qualche anno. I parametri sono quasi ovunque molto buoni: grado zuccherino elevato, acidità in equilibrio, ottima sintesi del colore, dei polifenoli e dei precursori aromatici. Abbiamo sentito enologi anziani parlare addirittura dell uva più bella vista nella loro carriera.