VITICOLTURA di Franco MANNINI IL NEBBIOLO ED IL SUO PATRIMONIO CLONALE: STATO DELL ARTE L elevata variabilità morfologica ed agronomica del Nebbiolo ha consentito a quattro differenti Costitutori di selezionare nelle zone tipiche di produzione ed iscrivere nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite ben 43 cloni, dotati di caratteristiche morfologiche ed attitudinali differenziali. Nel corso di circa trenta anni di attività (le prime omologazioni sono del 1969) l approccio selettivo è andato evolvendosi in parallelo con il mutare delle esigenze produttive volte a soddisfare la richiesta di eccellenza qualitativa che ha contraddistinto il mercato dei vini a base Nebbiolo. CLONI (BIOTIPO) ANNO OMOLOGAZIONE R 1 (Lampia) 1969 R 3 (Michet) 1969 R 6 (Chiavennasca) 1969 VCR 430 2007 VCR 130 2009 VCR 135 2009 VCR 139 2009 VCR 172 2009 VCR 178 2009 VCR 270 (Chiavennasca) 2009 VCR 275 (Chiavennasca) 2009 VCR 278 2011 VCR 284 2011 VCR 372 2011 VCR 373 2011 VCR 169 2013 VCR 186 2013 12 (Chiavennasca) 2002 21 (Chiavennasca) 2002 34 (Chiavennasca) 2002 UNIMI-VITIS VV1 2009 UNIMI-VITIS VV10 2009 UNIMI-VITIS VV11 2009 Nelle selezioni più recenti, ad esempio, l esaltazione delle potenzialità enologiche prevalgono su quelle produttive, ed oggi il settore vitivinicolo può disporre di cloni caratterizzati da produzioni moderate (grazie alle contenute dimensioni dei grappoli) ma in grado di fornire vini di grandissima struttura, bouquet complessi e una intensità colorante superiore alla media. Un contributo importante all ottenimento di tali risultati è da ascriversi ad interventi di risanamento da virus sulle popolazioni originarie che hanno permesso di portare all omologazione biotipi delle sottovarietà Michet e COSTITUTORE Vivai Cooperativi di Rauscedo(PN) CVT F5 Fondazione Fojanini di Sondrio Regione Lombardia Dip. Coltivazioni Arboree, Università di Milano Vitis Rauscedo s.c.a Tab. 1 Cloni di Nebbiolo omologati e iscritti nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite da Costitutori fuori Piemonte (2014). 8 CVT 71 CVT 185
Il Nebbiolo e il suo patrimonio clonale: stato dell’arte di Franco Mannini