3/2022 di RICCARDO CASTALDI - Agrintesa (Gruppo Caviro) VITICOLTURA 10 I lavori in vigna: gli interventi in post vendemmia Completate le operazioni di raccolta è il momento di dedicarsi a una serie di interventi che consentano al vigneto di affrontare al meglio la prossima ripresa vegetativa Molto spesso terminata la vendemmia la vigna viene abbandonata a se stessa, interrompendo di fatto la gestione agronomica, in attesa della caduta delle foglie e della potatura che avverrà diversi mesi più tardi. In realtà dopo la vendemmia la vite si accinge ad affrontare la parte conclusiva del ciclo vegetativo, nel corso della quale è possibile, e talvolta necessario, eseguire alcuni interventi agronomici, in modo che la pianta possa andare a riposo nel migliore dei modi e ripartire con la spinta necessaria la primavera successiva. Per poter comprendere appieno l importanza degli interventi eseguibili in post vendemmia è innanzitutto fondamentale considerare che questa parte del ciclo vegetativo coincide con una fase di attività radicale molto intensa, con riferimento sia alla crescita, sia all assorbimento. Da considerare inoltre anche i cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi decenni, che hanno obbligato a rivedere la gestione agronomica del vigneto nei modi e nei tempi. Elenchiamo qui di seguito i principali interventi che possono essere eseguiti dopo la raccolta dell uva. NUTRIRE LA PIANTA E IL SUOLO AL MOMENTO GIUSTO Gli studi sulla nutrizione e sulla fisiologia della vite, che sono stati portati avanti nel corso degli ultimi vent anni, hanno dimostrato come l azoto utilizzato fino alla fioritura sia in prevalenza quello assorbito e immagazzinato al termine dell annata precedente; per questo motivo risulta importante riservare una quota dell azoto distribuito annualmente al post vendemmia. Se l apporto è tempestivo, e ade- L arieggiatore impiegato in post vendemmia migliora la struttura del terreno in profondità e favorisce la proliferazione della radice guatamente contenuto, non si corre il rischio di stimolare oltremodo l attività vegetativa né di ritardare il processo di lignificazione e l entrata in riposo vegetativo delle viti. In linea generale, a seconda del livello produttivo di riferimento e dello sviluppo vegetativo che caratterizza le viti, si apportano dalle 10 alle 20 unità di azoto/ha, possibilmente sotto forma nitrica e quindi immediatamente assorbibile. La presenza di un impianto di fertirrigazione a goccia è sicuramente favorevole, in quanto svincola l assorbimento dell azoto dal verificarsi o meno di una pioggia, che nel caso di apporto sottoforma granulare sulla superficie del terreno è necessaria per solubilizzarlo e farlo giungere a livello dell apparato radicale nei tempi desiderati. Sempre per quanto concerne la nutrizione è inoltre comprovato come nei casi di vigneti solitamente soggetti alla comparsa di clorosi ferrica sia opportuno apportare chelati di ferro proprio in post vendemmia, nell ottica di prevenire o curare la fisiopatologia che andrebbe a verificarsi nel corso della primavera successiva. La correttezza di questo comportamento la si ritrova nel fatto che il ferro è un elemento nutritivo poco mobile sia nel terreno e sia all interno della pianta una volta assorbito, per cui un apporto anticipato rispetto al momento in cui si verifica la carenza (primavera) ha sicuramente un effetto positivo sulla fisiologia della pianta. I piani di fertilizzazione prevedono sempre più frequentemente anche
I lavori in vigna: gli interventi in post vendemmia di Riccardo Castaldi