3/2022 di MATTEO GATTI1, ROBERTO D AMBROSIO1, MARIO GABRIELLI2, FILIPPO GRAZIOSI1, STEFANO PONI1 Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili - DI.PRO.VE.S. 2 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari per una filiera agro-alimentare Sostenibile Di.S.T.A.S., Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza 1 VITICOLTURA 4 Vendemmia selettiva: come valorizzare il potenziale enologico delle uve in vigneti eterogenei L agricoltura di precisione rappresenta uno dei pilastri fondanti della rivoluzione digitale. In quanto tale, la conversione verso un nuovo sistema gestionale comporta un cambio di paradigma rispetto alla viticoltura tradizionale, finalizzato a razionalizzare il processo produttivo, a migliorare le prestazioni economiche delle aziende e a ridurre l impatto ambientale. Attraverso un processo circolare che integra il monitoraggio della coltura, l elaborazione dei dati, la pianificazione delle operazioni e l applicazione delle prescrizioni operative, la viticoltura di precisione intende affrontare il tema della variabilità intra-parcellare del vigneto, fenomeno ricorrente in numerosi distretti vitivinicoli. Tale variabilità è primariamente riconducibile all eterogeneità dei suoli che in parte è insita nell origine geo-pedologica del luogo, ma che risente altresì degli interventi antropici che, specialmente in occasione delle operazioni preliminari all impianto, possono contribuire a un aumento della difformità delle caratteristiche chimico-fisiche del terreno. Grazie all ausilio di sensori ottici che operano per lo più da remoto, il telerilevamento consente di monitorare il grado di variabilità del vigneto a diversa risoluzione. Il rilievo prossimale, che consiste nell impiego di sensori installati sulla trattrice o sulle macchine operatrici, ha recentemente consentito di combinare aspetti di qualità del dato e semplicità operativa, per una maggiore fruibilità dei dati acquisiti. Le infor- mazioni sono rappresentate graficamente su mappe efficaci nel descrivere il grado di variabilità del vigneto, attraverso la ripartizione dei valori di uno specifico indice di vegetazione in un numero adeguato di classi, più frequentemente riconducibili alle condizioni di alto , medio e basso vigore. La conoscenza del reale grado di variabilità del vigneto consente di calibrare gli interventi agronomici in rapporto all effettivo fabbisogno della vite; così le mappe di vigore sono convertite in mappe di prescrizione per guidare le applicazioni a rateo variabile (VRA). Tali operazioni intendono uniformare la geodiversità attraverso la diversificazione degli input distribuiti, oppure valorizzarla nel caso della vendemmia selettiva (VS). VALORIZZARE LA DIVERSIT CON LA VENDEMMIA SELETTIVA Numerosi studi hanno ampiamente testimoniato come, in prossimità della vendemmia, vigneti eterogenei siano associati a una significativa e spesso sottovalutata difformità a carico della composizione delle uve. La variazione di resa tra le zone più o meno produttive, associata a una mappa di produzione di uno stesso vigneto di Barbera, è risultata essere di 6 volte superiore per le prime rispetto alle seconde (7,18 kg/vite a fronte di 1,17 kg/vite), mentre indagini svolte in diversi contesti pedologici dei Colli Piacentini hanno evidenziato un elevato grado di variabilità, descritto da un coefficiente di variazione (CV) della resa per ceppo compreso tra il 42 e il 45%. Pertanto, stante le conoscenze che concorrono a definire il concetto di equilibrio vegeto-produttivo (anch esso variato in misura del 35%) e, noto come questo status fisiologico sia ritenuto capace di influenzare il processo di maturazione dell uva, risulta assai improbabile che le uve di tali vigneti possano garantire la produzione del medesimo vino, preservando gli ormai imprescindibili standard qualitativi. Infatti, sia la maturità tecnologica che la maturità fenolica risentono profondamente delle diverse condizioni sin qui descritte. Peraltro, l utilizzo della concentrazione dei solidi solubili, ritenuta ancora oggi il più semplice e immediato indicatore della maturità dell uva, tende a sottostimare o, in una certa misura a offuscare, differenze assai più rilevanti a carico di numerosi parametri della qualità dei mosti e dei vini tra cui acido malico, APA, antociani e polifenoli totali. La vendemmia selettiva (VS) emerge come possibile strumento di valorizzazione della variabilità intra-parcellare e trasforma in opportunità quella che è oggi ritenuta un oggettiva criticità. La VS consiste nella separazione delle uve in vigneto in funzione della diversa composizione e del potenziale produttivo, al fine di aumentare l efficienza del processo enologico e le prestazioni economiche delle aziende. Infatti, definite le mappe di maturazione dell uva, è possibile separare il vendemmiato più maturo da quello più acerbo sia manualmente, sia mediante ven-