3/2022 di MICHELE ANTONIO FINO ECONOMIA 44 Questione di etichetta: nuova edizione, tante novità (ma non tutte quelle che avremmo voluto darvi) Son passati 9 anni dalla prima edizione e davvero c era bisogno di Questione di Etichetta 2 (anche senza una vendetta da compiere). Nel frattempo, infatti, sono arrivati l OCM unica del 2013, il cd. Testo Unico della Vite e del Vino del 2016, il nuovo Regolamento europeo in tema di agricoltura biologica, nel 2018 UN SASSOLINO DALLA SCARPA PER INIZIARE Non è con ciò che è intervenuto nel frattempo che voglio iniziare questa presentazione, bensì con ciò che avrebbe dovuto essere promulgato e, se non lo è stato, ciò è accaduto per l insipienza di una classe politica che ha poca cura del compito che deve svolgere e, non di meno, per la più crudele delle abitudini di questo Paese: la difesa dello status quo, che pressoché sempre coincide con la difesa di un privilegio. A non esserci stato, alla data in cui la guida è andata in stampa e anche adesso che ne commentiamo l uscita, è il decreto ministeriale che disciplina gli aspetti tecnici, minuti, dell etichettatura dei vini. Quello che stabilisce come si scrive chi ha imbottigliato, certo, ma anche quello che stabilisce quali vitigni si possono usare (menzionandoli) per produrre spumanti generici, e quali no. Un decreto che ha superato le pubbliche audizioni già a marzo del 2021, ma incredibilmente non è mai andato in Gazzetta Ufficiale, perché il Ministro non ha voluto concludere un iter, certo, ma soprattutto perché dei gruppi di potere locale, e non solo, hanno alzato la voce. Contro che cosa? Contro la possibilità di dire in etichetta, per un vino DOCG, DOC o IGT con quale uva esso sia stato fatto. Vi pare una banalità, qualcosa di scontato? Bene, sappiate che in questo Paese non lo è (ancora). Mentre in Francia esiste il meccanismo dei Vin de France che si possono fare con qualsiasi vitigno, menzionandolo in etichetta, anche al di fuori da ogni indicazione geografica o denominazione, in Italia non è possibile, in molti casi, NEMMENO quando si produce con una denominazione. Il caso scandalosamente più eclatante? Il Colline Novaresi DOC Bianco: da disciplinare 100% Erbaluce, ma se il nome del vitigno viene usato in qualunque modo nella presentazione o etichettatura o sito internet del vino, si incorre in una multa, senza pietà. Perché? Per difendere un privilegio privo di fondamento giuridico. Se infatti è giusto che, come da tradizione, l Erbaluce di Caluso DOCG continui a poter essere etichettato così (oltre che con la forma sintetica Caluso DOCG), non trova nessuna giustificazione giuridica seria il fatto di impedire a chiunque altro usi tale vitigno - legittimamente perché i vitigni non hanno padrone e, come abbiamo visto, ciò avviene talora in ottemperanza a un disciplinare - di menzionare quel vitigno. Nella bozza di decreto ministeriale veniva assicurato a tutti di poter dire quali vitigni erano usati per produrre quel dato vino IGT, DOC o DOCG, utilizzando le indicazioni facoltative, ben separate da quelle obbligatorie e con limiti di dimensione ben definiti, per garantire la giusta tutela alle denominazioni storiche che contengono il nome di un vitigno. Non è bastato. Qualcuno ha ritenuto di tutelare così, con un medievale divieto di menzione, i propri interessi locali e localistici, privando tutto il Paese di un aggiornamento normativo atteso da 10 anni. Che dire? Speriamo nel prossimo Parlamento e soprattutto in una politica nazionale che la smetta di farsi dettare l agenda agricola da interessi di parte (che sono sempre tali, anche quando vengono presentati come interessi di tutti gli agricoltori e i consumatori). COSA C DI NUOVO? Chiusa la parentesi di amarezza, è giusto però dar conto delle novità che farciscono riccamente Questione di Etichetta 2. Innanzitutto, la veste grafica si arricchisce molto grazie alla quadricromia, al formato più tascabile che rende agile il libretto nonostante le 80 pagine, alle belle immagini che scandiscono i testi. Venendo ai contenuti, ovviamente la guida è stata completamente riscritta per essere aggiornata alle nuove norme e sono state aggiunte delle sezioni che nove anni fa non avevano trovato la nostra attenzione o semplicemente sono state regolate dalle norme successivamente. Appartiene al primo gruppo di integrazioni l ampia attenzione (corredata di un ricco supporto iconografico) che abbiamo dedicato alla certificazione biologica del vino con un approfondimento dedicato a chi produce bio in Italia e vorrebbe esportare negli USA il proprio vino come organic: è più semplice di quanto si creda ma