VITICOLTURA
Le vendemmiatrici, sempre più evolute, consentono di rendere la vendemmia tempestiva anche su ampie superfici rispettando nel contempo la qualità, grazie a un’azione più delicata rispetto al passato. Anche le scelte fatte al momento dell’impianto, progettato e predisposto pensando alla vendemmia meccanica, sono fondamentali per migliorarne l’azione
La vendemmia meccanica ha avuto una forte progressione negli ultimi 10 anni, tanto da arrivare a interessare oltre il 40% della superficie vitata
complessiva. Se si considerano le aree viticole pianeggianti, facilmente accessibili dalle macchine, come quelle di Veneto, Friuli-Venezia-Giulia e
Emilia- Romagna, la percentuale sale però a circa l’80%. Anno dopo anno viene così a essere recuperato, almeno in parte, il divario esistente tra
l’Italia e gli altri paesi viticoli maggiormente meccanizzati per quanto concerne la raccolta meccanica, come ad esempio Francia e Germania in ambito
europeo e Australia, Nuova Zelanda, California e Sudafrica a livello mondiale. Per capire il divario esistente tra il nostro paese e la Francia, la
prima nazione a puntare sulla vendemmia meccanica e dove, non a caso, si sono sviluppate le principali aziende costruttrici di vendemmiatrici, è
sufficiente pensare come nel 1984 in Italia operassero 150 vendemmiatrici, veramente poche a fronte delle 5000 già presenti in Francia.
La
vendemmia meccanica si è affermata in quanto risponde all’esigenza delle aziende di eseguire la raccolta con tempestività, quando viene raggiunto il
livello di maturazione ottimale, svincolandola dalla disponibilità di manodopera, che negli ultimi anni risulta essere sempre più carente, a fronte di
una superficie aziendale in crescita. La scelta della vendemmia meccanica non è quindi tanto economica, finalizzata al contenimento dei costi, quanto
logistico-organizzativa. Per determinate tipologie di vino tuttavia la vendemmia meccanica non è una soluzione proponibile, tanto da non essere
contemplata da alcuni disciplinari VQPRD, anche se il livello qualitativo dell’uva raccolta meccanicamente è migliorato considerevolmente negli ultimi
anni a seguito dell’evoluzione tecnologica che ha caratterizzato le vendemmiatrici. A tal proposito si ricorda come la spinta verso la raccolta
meccanica interessi da qualche anno anche l’AOC Champagne, dove ha dato vita a una discussione molto animata. In funzione del sistema di raccolta le
vendemmiatrici possono essere classificate in 3 categorie principali, ovvero a pulsazione verticale, impiegate per la raccolta dei
tendoni, a scuotimento verticale, utilizzate per il GDC, e a scuotimento orizzontale, che sono di gran lunga le più
diffuse e che tratteremo di seguito, adatte alla vendemmia delle controspalliere quali Guyot, cordone speronato, Casarsa, Sylvoz, nonché di cordone
libero e cordone libero a speronatura totale o CLST.