VITICOLTURA

Dagli Appenninialle bolle di MAURIZIO GILY

Nel clima fresco dei mille metri si cerca una nuova via italiana allo spumante metodo classico

Alcuni vigneti con varietà per base spumante (principalmente quelle della Champagne, Pinot nero e Chardonnay) sono stati recentemente impiantati intorno a mille metri o poco più in basso in Lazio, Abruzzo, Toscana. Il progetto nasce dalla ricerca di nuovi “terroir”, in grado di sfuggire al riscaldamento del clima, il quale, per la produzione di uve base spumante, viene ormai visto come un problema anche in Champagne e, a maggior ragione, nei territori storici dello spumante classico italiano, che partivano già da climi più caldi.
Intendiamoci, il riscaldamento della Terra per ora non impedisce né ai francesi né agli italiani di fare ancora ottimi spumanti, ma i punti critici da affrontare e risolvere sono notevolmente aumentati.

Eccone alcuni: 

  • anticipo delle fasi fenologiche a partire dal germogliamento, con maggiori rischi di gelate tardive e di attacchi precoci di peronospora;
  • maggiori rischi di ustioni sull’uva per eccesso di radiazione e picchi di calore;
  • anticipo della maturazione, ormai spesso intorno alla metà di agosto o prima, in un periodo di caldo intenso, con conseguenti grandi costi energetici per il raffreddamento di uve e mosti e maggiori rischi di contaminazioni e ossidazioni.

Anche la scelta della data di vendemmia è critica: bisogna evitare la caduta repentina dell’acidità e l’incremento eccessivo degli zuccheri che, per una base spumante, non dovrebbero superare un limite massimo di 11,5 gradi di alcol potenziale (circa 17 gradi Babo). Non si può nemmeno, peraltro, anticipare troppo la raccolta, perché i precursori aromatici hanno bisogno di un certo grado di maturazione, e i vini da uve troppo verdi risulterebbero anonimi. La finestra ottimale di raccolta diventa così molto stretta e non sempre l‘equilibrio compositivo viene raggiunto, o non sempre viene mantenuto per tutto il periodo di raccolta. Anche perché, per gli spumanti di alta gamma, le uve si raccolgono a mano e in cassetta e con un personale stagionale difficile da reperire, soprattutto in agosto e in Italia, vendemmiare in pochi i giorni non è semplice. Parliamo qui di progetti in fase di avviamento, con vigneti in attesa quest’anno della prima vendemmia o ancora da essere piantati. Ho sedeguito personalmente due di questi progetti, nelle province di Rieti e dell’Aquila, mentre in Toscana, nel Casentino e sulla montagna pistoiese, altri lavori sono in corso con la consulenza dei colleghi Pierucci e Burroni, gli “agronominvigna” ben conosciuti dai nostri lettori. Uno studio climatico si è reso necessario per capire se i territori non fossero troppo “estremi” per la coltivazione della vite. A questo scopo si sono installate alcune stazioni meteorologiche. I dati rilevati sono stati confrontati con quelli di alcune altre regioni a clima fresco, note per la produzione di vini spumanti o di Pinot nero vinificato in rosso.
Per ora è disponibile un solo anno completo di dati, il 2022, e il primo semestre del 2023, quindi sono possibili solo conclusioni parziali. I primi sei mesi del 2023 hanno visto temperature più vicine alle medie pluriennali del 2022, eccezionalmente caldo: i dati del 2023 confermano però in buona sostanza, su valori numerici più bassi, le analogie e le differenze tra i diversi siti.