Conosco un piccolo produttore di vino che chiama le sue vigne “le mie ragazze”, ha l’abitudine di parlare con loro, le interpella in merito alle varie
lavorazioni tra i filari e chiede loro il permesso. “In realtà non sono mie – dice – nulla ci appartiene davvero, nemmeno la Terra; le relazioni che
sperimentiamo, invece, sono parte di noi e noi ne facciamo parte”. Questo personaggio, poetico quanto pragmatico, ha un rapporto simbiotico con le sue
vigne e penso a lui per ricordarmi che una simbiosi indica innanzitutto una relazione, appunto, una convivenza.
La simbiosi è una relazione importante per la sopravvivenza ed è un driver fondamentale per lo sviluppo dell’economia circolare. In natura esistono
molti esempi di simbiosi biologica e sono particolarmente ispiranti le relazioni di vero e proprio mutualismo, come quella del
pesce pagliaccio e l’anemone nei mari tropicali: il primo si nasconde tra i tentacoli urticanti del suo ospite e si
difendono reciprocamente dai rispettivi predatori.
Nel mondo vegetale il rapporto simbiotico per eccellenza si instaura tra i batteri e le piante che collaborano nell’azotofissazione.
La natura mostra così un variegato ventaglio di convivenze felici e ha ispirato anche le comunità umane, basti pensare allo sviluppo
del baratto e poi dei commerci, che tanto hanno influito sul progresso della specie.