L’aumento della frequenza di eventi climatici estremi (IPCC, 2022), come ondate di calore, siccità e precipitazioni intense, sta impattando negativamente sulle aree viticole globali.
La principale minaccia è certamente il riscaldamento globale, che sta riducendo l’idoneità delle aree di coltivazione viticola consolidate. Una pubblicazione di van Leeuwen et al. (2024) su Nature Reviews sostiene che la crescente frequenza di ondate di calore e siccità rischia di far perdere il 90% delle aree viticole costiere e di pianura entro la fine del secolo, comprese alcune regioni di Spagna e Italia.
La ricerca scientifica sta esaminando come l’areale di coltivazione della vite potrebbe spostarsi verso regioni con un clima progressivamente più temperato, favorendo aree di coltivazione al di fuori delle regioni economicamente e culturalmente già affermate e rinomate. Ad esempio, il lavoro di Sgubin et al. (2023) indica che la maggior parte delle aree viticole odierne, situate in zone di coltivazione ben consolidate, subiranno minacce legate ai cambiamenti climatici. Gli autori hanno scoperto che, se l’aumento della temperatura fosse limitato a meno di 2°C, la perdita delle attuali regioni vinicole consolidate si ridurrebbe al 4% per ogni grado di aumento della temperatura, rispetto al 17% per ogni grado di aumento negli scenari di riscaldamento superiori ai 2°C.
Anche in Straffelini et al. (2024) è stato evidenziato come le attuali aree viticole in Europa stiano affrontando crescenti criticità. I dati mostrano che nel 2022, anno in cui si è registrata una delle siccità più intense degli ultimi decenni, il 18% delle aree viticole europee ha subito siccità e temperature record.