VITICOLTURA
Il suolo è vivo, viva il suolo
Conoscere e rispettare la vita della comunità microbica del vigneto
di i FABIO BURRONI, MARCO PIERUCCI, Studio Associato Agronominvigna - www.agronominvigna.it
di i FABIO BURRONI, MARCO PIERUCCI, Studio Associato Agronominvigna - www.agronominvigna.it
“L’albero madre. Alla scoperta del respiro e dell’intelligenza della foresta” di Suzanne Simard descrive la lunga e appassionata ricerca di una scienziata che non si è mai arresa nel tentativo, riuscito, di dimostrare quanto il microbioma dei suoli forestali sia cruciale per la vita delle piante dei boschi e per le relazioni “sociali” sotterranee che consentono di scambiare e bilanciare il carbonio fissato con la fotosintesi tra gli individui vecchi e gli individui più giovani, anche tra specie diverse considerate tra loro in competizione.
In un articolo pubblicato su «Nature» nel 1997 Simard riuscì a dimostrare come gli alberi “comunicassero” tra loro attraverso una rete sotterranea di funghi, evidenziando come sia la collaborazione e non la competizione alla base della vita dell’ecosistema delle foreste.
Una grande novità, che controbilancia il darwinismo del “mors tua vita mea” come solo motore dell’evoluzione e, dalla parte opposta, relega alla categoria del fantasy le evanescenti evocazioni di energie sottili dell’universo e di corpi astrali di steineriana memoria.
Ebbene il vigneto, pur non essendo un sistema forestale e ancor meno un ecosistema naturale, può e deve essere considerato capace di attingere a questa ancestrale facoltà relazionale. I benefici sono a portata di mano.
Il microbioma del suolo, citando impropriamente Galeno è “bonum et laudabile” e quella che era fino a qualche decennio fa una curiosità scientifica di cui non si comprendeva l’importanza, è oggi finalmente diventata la base stessa del concetto di fertilità.
Il microbioma tellurico è la chiave di volta di una moderna comprensione del funzionamento di ogni agro-ecosistema. Le piante arboree non devono più essere considerate e trattate come individui isolati e in competizione stretta con i loro vicini, ma come parte di un sistema interconnesso in grado di fare viaggiare nel suolo segnali di pericolo e nutrienti, compresi i fotosintetati. Insomma, non dobbiamo più ignorare la preziosa facoltà relazionale del microbioma del suolo.
Per ogni grammo di suolo possono essere presenti da 10 milioni a 1 miliardo di cellule appartenenti a vari microrganismi, con un numero di specie riconoscibili variabile da 4000 a 50000.
Con il termine “microbiota” ci si riferisce all’insieme delle specie di microorganismi che vivono nel suolo.
Con il termine “microbioma”, invece, ci si riferisce non solo ai microorganismi stessi, ma anche al loro materiale genetico collettivo (genomi) e alle interazioni che hanno con l’ambiente edafico e della rizosfera. In sintesi, il microbioma comprende il microbiota e il suo genoma, includendo anche i prodotti genetici e metabolici risultanti dalle interazioni microbiche. Il microbioma del suolo rappresenta la comunità complessa e dinamica di microorganismi che vivono in simbiosi con le piante e l’ambiente circostante e che svolgono un ruolo fondamentale nei processi ecologici del suolo.
Il microbioma del suolo è composto da diverse categorie di microorganismi, ciascuna con ruoli specifici:
Le micorrize sono associazioni simbiotiche tra funghi del suolo e radici delle piante. Le tipologie associate con le viti sono sia di tipo arbuscolare (AM, o Arbuscular Mycorrhizae) sia di tipo ectomicorrizico (ECM o Ectomicorrize). Le micorrize arbuscolari sono più comuni, formano associazioni con circa l’80-90% delle piante terrestri e nei vigneti in particolare svolgono un ruolo fondamentale per la crescita e la salute delle viti.
Questi sono i generi più comuni che formano associazioni con le viti: