ECONOMIA

Brasile: una destinazione ottimista per i vini italiani

Gli aspetti culturali ed economici della società brasiliana fanno del paese sudamericano una meta interessante per l’export, ma occorrono strategie e investimenti di lungo periodo

di CARLOS MAYER

Il panorama mondiale del vino è sempre più sfidante. Negli ultimi anni abbiamo osservato vari eventi, movimenti e cambiamenti culturali che, in un certo senso, sollevano molte preoccupazioni sul futuro del vino. Diminuzioni nei volumi di consumo e di esportazione di alcuni dei paesi produttori tradizionali. Aumenti occasionali nei valori delle esportazioni che, talvolta rappresentano una preferenza di alcuni mercati per vini di alta qualità, ma in altre occasioni suggeriscono anche prezzi inflazionati per vari motivi. Abbiamo perdite di raccolti che spingono i prezzi verso l’alto, ma anche vini venduti ai prezzi dell’acqua minerale. Cambiamenti climatici, guerre e anche il comportamento e le preferenze delle nuove generazioni che non sembrano più disposte a bere vini tradizionali, contribuiscono a questo complesso puzzle.
Di fronte a tutto ciò non è una novità che l’Italia, come altri paesi esportatori di vino, cerchi destinazioni più ottimistiche su cui concentrare il suo lavoro. Il Brasile è sicuramente una di queste destinazioni. I brasiliani sono nella loro essenza degli ottimisti, e questa caratteristica può essere interpretata così: “un brasiliano non smetterà di bere il vino che ama per mancanza di denaro”.
Il brasiliano è abituato alle crisi, alle variazioni del cambio, alle nuove tasse che sorgono e scompaiono dalla notte al giorno e che influenzano significativamente il bilancio delle famiglie. Assieme all’ottimismo c’è anche la creatività, una capacità fondamentale per sopravvivere in un ambiente sociale ed economico così instabile. Grazie a questa capacità, una volta che un prodotto entra a far parte delle abitudini culturali di consumo di una persona difficilmente viene sostituito per motivi puramente economici. Il brasiliano trova quindi sempre un modo per mettere il vino sulla tavola!
C’è un altro punto da considerare quando si analizza lo scenario brasiliano attuale: le fasce più ricche, che sono i maggiori consumatori di vino, soffrono molto meno delle instabilità dell’economia e della società, o spesso non ne sono affatto toccate.
L’ultima pubblicazione dell’IBGE (Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica), il principale ente che misura e valuta i dati demografici, sociali ed economici del Brasile, ha mostrato un aumento di un dato problematico ma tipico del Brasile quale quello della disuguaglianza sociale. Secondo l’IBGE nel 2023 il 10% più ricco della popolazione brasiliana guadagnava, in media, 14,4 volte più del 40% più povero.
Chi vende vino in Brasile, vende molto a questo 10% più ricco, che non è esiguo: con una popolazione di oltre 200 milioni di abitanti, il 10% più ricco del Brasile rappresenta, in termini di numero di persone, quasi due volte la popolazione del Portogallo.

La Vinoteca, nella città di Blumenau, nel sud del Brasile
La Vinoteca, nella città di Blumenau, nel sud del Brasile