cultura e società di Alessandra Biondi Bartolini Il fiasco toscano, una storia da non dimenticare a partire dal 1200 che il fiasco, il panciuto contenitore in vetro (verde per tradizione) fa la sua comparsa in Toscana. A parlarne sono documenti commerciali e penne autorevoli: Boccaccio, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Lucrezia de Medici (madre di Lorenzo il Magnifico) parlano del fiasco e del suo prezioso contenuto nei loro carteggi e nelle loro opere. Più tardi Galileo Galilei scriverà guarda que fischi innanzi che tu bea sono pien di sì eccellente vino . I pittori da Ghirlandaio a Botticelli, Guido Reni, Pontormo e Caravaggio lo riproducono nelle loro opere dandoci oggi modo di ricostruirne l evoluzione nella forma e nelle caratteristiche e confermando che in Toscana, dal tardo medioevo fino agli anni 60 del secolo scorso, il vino è conservato e servito nel fiasco. Non vi sono altri contenitori sulle tavole e nei banchetti, solo il fiasco, cambiato nei secoli nella forma del vetro e nelle tecniche di impagliatura, ma sempre presente accanto al vino toscano. per conservare la memoria storica del fiasco toscano che Giovanni Bartolozzi (nella foto), fondatore e presidente della Vetreria Etrusca di Montelupo Fiorentino, ha deciso di raccogliere in un vero e proprio museo lungo la sponda dell Arno in un antica torre rinascimentale da lui stesso restaurata, una collezione di più di 100 pezzi tra fiaschi originali e riproduzioni fedeli, oltre a memorie e ricerche sulla tradizione vetraria in Toscana. 42 La nascita del fiasco impagliato o rivestito avviene fin dai primi anni del 1300 in Val d Elsa e in Valdarno inferiore, per la presenza di zone acquitrinose ricche di piante palustri Figlio di una fiascaia, Bartolozzi tributa inoltre il suo omaggio a questa figura femminile e alle sue tradizioni in un romanzo, Fiorenzo e Gigliola, storia di una fiascaia, Edizioni Giunti, 2003, nel quale dipinge un intera società che si anima intorno alla vetreria e alla vestitura dei fiaschi, intrecciando (è proprio il caso di dirlo) la sua storia con quella della Toscana della seconda Guerra Mondiale e del dopoguerra. Ma non è con nostalgia che Giovanni Bartolozzi, che nella sua attività ha accompagnato con l innovazione ogni nuova esigenza dei mercati, guarda al passato, Il fiasco è andato scomparendo perché aveva fatto il suo tempo ci spiega come tante altre cose. Tra le cause ci fu la diminuzione progressiva fino alla scomparsa delle ultime fiascaie (non era del resto un tipo di lavorazione che sarebbe stato adatto ai nostri tempi) e non ultima la difficoltà di adattamento ai nuovi sistemi di imbottigliamento e riempimento delle aziende vinicole Il fiasco continua Bartolozzi ha avuto una sua funzione per più di 700 anni che poi con l avvento di Giovanni Bartolozzi fondatore e presidente della Vetreria Etrusca altri contenitori si è esaurita, per questo dico che il fiasco rendendosi conto di essere già vecchio ha accompagnato sua figlia bottiglia su tutti i mercati dove lui era presente. Il fiasco, la sua storia Le prime testimonianze di arte vetraia in Toscana risalgono al 1200. L arte dei maestri vetrai, chiamati allora