STORIE SOSTENIBILI 4/2022 di GABRIELA TIRINO Immersa nel Collio Goriziano, a Capriva del Friuli, la Fondazione Villa Russiz sostiene i minori in difficoltà ODORI DI SERENIT Da piccola frequentavo una cantina minuscola sulle colline dell astigiano, che produceva poche bottiglie di Barbera: i vignaioli erano una coppia di amici dei miei genitori e per me erano come due zii carissimi. Quando andavo a trovarli, io bambina di città, avevo la possibilità di scorrazzare nella natura e di giocare all aria aperta, libera. Lì c erano tre odori in particolare che adoravo: il pelo del loro cane Black, le foglie di menta nell orto e il profumo della Barbera. Solo da adulta ho capito che nessuno di quegli odori sarebbe rimasto impresso così a lungo nella mia memoria senza la cura che li amalgamava. Per ogni bambino questo è importante: scoprire odori di buono, poterli fare propri e costruire ricordi di serenità. Anche per questo, quando ho scoperto l esistenza di Villa Russiz, non ho potuto fare a meno di appassionarmi a questa realtà storica che fa vino sociale fin dalle origini, elargendo cure speciali per i più piccoli in difficoltà. Castello Villa Russiz UNA FAVOLA LUNGA 150 ANNI C era una volta un conte enologo cattolico e la sua sposa benefattrice protestante: comincia così la storia di Villa Russiz, un azienda vinicola di spessore internazionale, rinomata non solo per i suoi vini pregiati, ma anche per la causa sociale a essi collegata. La tenuta di circa 100 ettari, in provincia di Gorizia, nel 1868 fu il dono di nozze del Barone Giulio Ettore Ritter de Zahony alla figlia Elvine, sposa del conte Teodoro de la Tour. Già nel 1877 la proprietà presentava in planimetria due aree: da una parte l azienda agricola, la cantina e le scuderie, dall altra la villa-castello con il parco, il collegio, la chiesa e la filanda. Il conte comprese subito il potenziale vinicolo di quest area e, oltre a introdurre diversi vitigni francesi, si dedicò a creare innesti adeguati per sconfiggere le malattie parassitarie del periodo e a costruire una cantina all avanguardia per i tempi. Il nucleo originario della cantina è rimasto integro: all ingresso è incisa la data 1889 e, sotto le volte a botte, trovano rifugio le barriques e i tonneaux di rovere francese, custodi dei cru De La Tour. Già a quell epoca la tenuta era rinomata tra gli aristocratici, presso i reali europei e alla corte degli Zar, e la produzione si aggirava intorno alle 80.000 bottiglie annue. L attività era fiorente, gli introiti abbondanti e la contessa Elvine, con il marito, decise presto di investirli in attività filantropiche. Nel 1891 fu costruito un educandato, per provvedere all istruzione dei bambini poveri del territorio e al successivo inserimento lavorativo nell azienda agricola o in attività locali dell alta borghesia. Si trattava di una scuola evangelica, aperta anche alle bambine. Non fu impresa facile per Elvine occuparsi di loro, in primo luogo perché accoglieva bambine di ogni credo religioso e, soprattutto, perché all epoca l istruzione femminile per le fasce sociali deboli non era minimamente contemplata. Del resto non fu l unica decisione rivoluzionaria della contessa: oltre alla scuola, infatti, successivamente furono creati anche una scuola serale, una scuola di musica, un gabinetto di lettura e addirittura un asilo fr beliano. Una scelta particolarmente moderna, quest ultima, considerato che negli asili ispirati al pedagogo tedesco Fr bel i bambini sono autorizzati e incentivati a esprimere la propria libertà e creatività, attraverso il gioco e il rapporto con la natura. Con lo scoppio della Grande Guerra il castello fu trasformato in un lazzaretto e presidio militare dall esercito italiano ed Elvine, ormai vedova, fu costretta a scappare a Treffen, in Austria: proseguì lì le sue attività filantropiche. Eppure, anche durante il conflitto, alla CULTURA E SOCIET Il vino che fa del bene ai bambini 55